Beni confiscati, a Roccalumera finanziato un nuovo centro di aggregazione grazie al Pnrr
di Andrea Rifatto | 28/12/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 28/12/2022 | ATTUALITÀ
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L'immobile dell'alloggio confiscato a Roccalumera
Premia un solo centro jonico la graduatoria della Missione 5 del Piano nazionale di ripresa e resilienza per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, che metteva a disposizione 300 milioni di euro di fondi assegnati tramite l’Agenzia per la Coesione territoriale. A ricevere i fondi sarà il Comune di Roccalumera, che tra i 242 progetti finanziati si è piazzato al 232esimo posto con 6,39 punti ottenendo 146mila euro. Risorse che verranno utilizzate per attuale il progetto “Nuovi orizzonti”, che prevede la ristrutturazione di immobile in via Torrente Allume confiscato alla criminalità: un intervento dal costo di 146mila euro, dunque totalmente coperto con i fondi del Pnrr, di cui 69mila 726 euro per i lavori da effettuare nell’edificio e 72mila 797 euro per somme a disposizione, delle quali 47mila 872 euro destinate alla realizzazione e gestione del progetto e per l’acquisto di arredi e attrezzature. L’idea è quella di realizzare un centro di aggregazione giovanile e un laboratorio sociale finalizzato ad apprendere la cultura della legalità, contro la criminalità e il bullismo, definendo percorsi di reinserimento dei soggetti svantaggiati. “Un altro tassello importante per i nostri servizi sociali - commenta la vicesindaca di Roccalumera, Miriam Asmundo - che si aggiunge, avvalora e completa l’intervento in fase di esecuzione dell’immobile antistante a quello oggetto del finanziamento. Un risultato importante per la nostra comunità, che è stato possibile realizzare grazie alla competenza e professionalità degli Uffici ed in particolare della dottoressa Angelica Caspanello, dell’ingegnere Giuseppe De Luca e dell’architetto Pino Della Scala”. Idonea ma non finanziata per carenza di fondi, invece, la richiesta presentata dal Comune di Giardini Naxos, al 309esimo posto tra i 407 progetti in attesa di scorrimento della graduatoria, che prevedeva un intervento da 1 milione 320mila euro per la riqualificazione a verde della zona di Recanati per completamento, recupero, ri-funzionalizzazione e valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Giudicato non ammissibile il progetto del Comune di Alì Terme per riqualificare l’immobile situato sulla Statale 114 a Capo Alì, confiscato alla criminalità organizzata, con un progetto di recupero, rifunzionalizzazione e riuso da adibire a sede del centro “Alisea” e dell’istituenda Area marina protetta di Capo Alì: secondo l’Agenzia per la Coesione territoriale l’ente “non ha fornito evidenza dell’effettiva assegnazione di tutti in beni oggetto di intervento indicati nell’allegato 2 e non ha fornito riscontro alla richiesta di chiarimenti inviata a seguito di soccorso istruttorio”, ma il Comune ritiene sia stato commesso un errore e il sindaco Carlo Giaquinta ha inviato una lettera al responsabile del procedimento dell’Agenzia ricordando che con nota del 5 settembre è stata riscontrata la richiesta di soccorso istruttorio dell’1 settembre ed integrata la documentazione in merito all’effettiva assegnazione del bene confiscato, avendo allegato il decreto di trasferimento con destinazione, la nota di trascrizione e la trascrizione del vincolo. Il primo cittadino ha quindi inviato nuovamente tutti gli allegati e chiesto di voler rivalutare in autotutela la posizione del progetto di Alì Terme e procedere alla riformulazione delle graduatorie, ritenendo che la richiesta di soccorso istruttorio sia stata pienamente soddisfatta e che per mero errore non sia stata recepita o valutata correttamente.