Carmelina, morta tra solitudine a abbandono: "Tutti sapevano, non doveva fare questa fine"
di Andrea Rifatto | 12/06/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 12/06/2021 | ATTUALITÀ
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L'alloggio dove la donna viveva nella trascuratezza
“Mamma perchè l’hanno portata via in un sacco?” chiede un bambino del quartiere, mentre il vento fa sbattere le porte del balcone rimaste aperte e solleva qualche panno steso alla ringhiera, alitando dentro quell’appartamento fantasma dove la vita era appesa ad un filo sottile, che all’improvviso e in silenzio si è spezzato facendo calare una cappa di tristezza su tutto il quartiere. Che adesso si interroga: Carmelina poteva essere salvata? La storia dell’86enne trovata morta mercoledì mattina nel suo alloggio a Santa Teresa di Riva, al primo piano all’angolo tra via Sparagonà e il corso Regina Margherita, era nota a tanti, ma forse questo non è bastato a tirarla fuori da quella vita che vita non era, anche se è sempre stata una sua scelta quella di rimanere sommersa dai rifiuti, senza corrente elettrica e gas, mangiando quel poco che riusciva a racimolare con l’aiuto dei vicini, visto che non aveva rapporti con i due nipoti che vivono in paese. “Sono sconvolta, era abbandonata a sè stessa e se ne sono fregati tutti, tutti sapevano, anche chi poteva fare qualcosa - ci racconta la signora Giovanna del panificio di fronte - l’hanno trovata perchè mi sono preoccupata io dopo non averla vista per giorni, mi sono fatta aprire il portone del palazzo, sono salita per le scale e le ho bussato, ma senza avere risposta. Venerdì mattina era scesa e mi aveva detto che stava morendo di fame, le ho dato un panino con la nutella: ‘Mi stai facendo vivere tu’ sono state le sue parole, poi non l’ho più vista”. Domenica pomeriggio un’altra vicina dice di averla notata nel balcone dell'appartamento, che aveva in affitto. “Venivano dal Comune quando si ricordavano, portavano alimenti ma lei non poteva cucinare, mi ripetevano che lo sapevano e le consegnavano cibi pronti - aggiunge la dirimpettaia - sarei voluta andare a parlare con il sindaco perchè le serviva un tutore. Carmelina non faceva entrare mai nessuno in casa, mi diceva sempre di preparare il conto e che se non fosse riuscita a pagare lei ci avrebbe pensato Dio, ma spesso ripeteva che i soldi appartenevano al diavolo e non voleva toccarli”. L’anziana percepiva una pensione ma secondo quanto riferito da alcuni amici, che si tenevano in contatto con lei fino a quando ha mantenuto la linea telefonica, aveva perso i documenti e da circa un anno non si recava più all’ufficio postale a ritirarla. Siamo stati in Comune per capire se la situazione dell’anziana fosse nota. “Era seguita dalla nostra assistente sociale - ci ha detto l’assessore ai Servizi sociali Annalisa Miano - mensilmente andava a casa una persona, che faceva entrare seppur per pochi istanti, e le consegnava un pacco con prodotti da non dover cucinare, perchè lei si rifiutava. Le abbiamo proposto più volte di voler pulire la casa, ci stavamo attivando per darle un amministratore di sostegno, ma quello era il suo modo di vivere. Ero in contatto con alcuni vicini che mi riferivano come la situazione fosse sotto controllo”. L’assistente sociale Anna Balsamà ci dice di conoscere bene il caso, avendo seguito l’86enne già da diversi anni, da quando insieme al marito era stata sfrattata dall’abitazione di fronte: “Anche io sono andata più volte a casa ma non apriva - racconta - non possiamo intervenire se la persona è capace di intendere e volere, eravamo sereni e quel vivere così era una sua scelta, fin quando viveva con il marito facevano colazione, pranzo e cena in un locale, poi la aiutavamo consegnandole degli alimenti pronti. Aveva comunque un’assistenza per volere nostro, pur non avendone diritto perchè non indigente - aggiunge - quando ci sono parenti spetta a loro accudire il familiare, in ogni caso abbiamo deciso di tenerla d’occhio e ci sinceravamo dalla situazione: chi andava, dopo un breve accesso per consegnare il pacco e scambiare due chiacchiere perchè lei non voleva intrusioni, ha sempre visto che era tutto apposto”. Una situazione al limite, dunque, tra una scelta di vita consapevole (non sappiamo fino a che punto) e uno stato di abbandono che a sentire le istituzioni non poteva eliminato forzosamente contro la volontà della donna. Carmelina forse è morta di vecchiaia, non si conoscono le cause esatte del decesso, ma certamente avrebbe meritato una fine più dignitosa. La sua salma, adesso, è custodita nella camera mortuaria del cimitero e sarà il Comune ad occuparsi della sepoltura.