Casalvecchio, il parroco rimuove i banchi della chiesa: petizione e polemiche tra i fedeli
di Andrea Rifatto | 15/05/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 15/05/2023 | ATTUALITÀ
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Via tutti i banchi dalla chiesa. Una decisione che fa discutere e suscita qualche polemica quella adottata dal parroco di Casalvecchio Siculo, don Alessandro Malaponte, che dopo la riapertura della chiesa madre di Sant’Onofrio Eremita al termine delle opere di restauro ha eliminato le panche sostituendole con delle sedie. Una fedele, Lina Rigano, ha avviato una petizione da presentare all’arcivescovo di Messina per segnalare la vicenda “senza alcuno spirito polemico” e ha già raccolto un centinaio di firme in paese e fuori: “Il prelato ha posto la necessità di tutelare il prezioso pavimento barocco della chiesa, costituito da marmi di vario colore e provenienza, un’iniziativa assolutamente lodevole - si legge nella petizione - ma bisognerebbe anche tenere nella giusta considerazione le necessità dei fedeli e dei parrocchiani, molti dei quali avanti negli anni: privi dell’appoggio dei banchi, questi anziani sono nell’impossibilità di genuflettersi ed inginocchiarsi per pregare. Inoltre - viene fatto presente al vertice dell’Arcidiocesi - i banchi rimossi sono stati donati e nel corso degli anni restaurati grazie al tangibile contributo dei fedeli”. Secondo la proponente la chiesa casalvetina ha adesso “un aspetto disordinato, essendo oggettivamente difficile mantenere in perfetto allineamento e con le previste distanze tra loro tutte le sedie” e si chiede dunque “di valutare la possibilità di rimettere i banchi rimossi e cercare con il parroco una soluzione che possa da un lato tutelare il prezioso pavimento e dall'altra garantire i fedeli che frequentano la chiesa di Sant'Onofrio Eremita” Don Malaponte ha replicato con un documento alla comunità, definendo come “oriundi casalvetini” i proponenti della petizione, “signori mai venuti da chi di dovere a chiedere spiegazioni in merito alla questione per cui chiedono le firme”, spiegando che parte dei banchi in questione, già prima di essere rimossi per i lavori di restauro, presentavano problemi in quanto tarlati e alcuni erano stati tolti per motivi di sicurezza, visto che il legno si era indebolito. Nel documento, sottoscritto anche dal Consiglio pastorale parrocchiale, dal Consiglio per gli affari economici e dal sindaco, viene evidenziato che “la tipologia di panche ha creato seri danni al seicentesco pavimento, a causa della pesantezza e delle dimensioni” e che “la Soprintendenza ha consigliato di evitare di far rientrare i banchi in chiesa per salvaguardare il più possibile il pavimento, consiglio che è stato discusso e poi accolto sia dalla direzione dei lavori e da parte di chi ha a cuore un'opera cosi importante. In quella stessa sede. È stato aggiunto - si è deciso di trasferire i banchi, solo quelli in buone condizioni, nella chiesa di San Teodoro dopo il restauro della stessa. L’intenzione del Consiglio pastorale è stata ed è quella di sostituire le attuali sedie con altre di legno o con dei banchi più agevoli e leggeri e certamente più dignitosi - annuncia il parroco - ma stiamo completando il pagamento del restauro del Crocifisso e della pala d’altare. Pertanto rimandiamo a tempi migliori la sostituzione delle sedie”. Non è mancato un tocco di polemica alla risposta alla petizione, visto che secondo il parroco e gli organi parrocchiali “ciò che è ben più grave in questa situazione è il principio da cui si parte per smuovere le coscienze a firmare: un accorato senso di rispetto e di appartenenza alla parrocchia e al paese, la cui memoria degli avi viene oltraggiata togliendo i banchi dalla chiesa. Mettendo insieme una serie di sterili e insignificanti fogli di carta pieni di nomi e riportando i banchi in chiesa - si chiede don Malaponte - ripristiniamo la dignità di chi ci ha preceduto e la bellezza del tempio santo di Dio?”.