Giovedì 21 Novembre 2024
Dopo 25 anni la frazione è tornata ad avere un edificio sacro, abbellito dai fedeli


Casalvecchio, San Carlo in festa per la nuova chiesetta benedetta dal vescovo - FOTO

di Andrea Rifatto | 13/04/2021 | ATTUALITÀ

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La benedizione impartita da mons. Di Pietro

Venticinque anni fa la chiusura della chiesa a causa del dissesto idrogeologico della zona, poi per ventidue anni le celebrazioni sono state ospitate nella scuola e adesso quella piccola struttura è stata riconvertita in luogo di culto, grazie ad un finanziamento da 334mila euro ottenuto nel 2017 dalla Parrocchia San Vito di Misserio, per consentire ai fedeli di poter tornare a riunirsi in preghiera nel tempietto che mancava da troppo tempo. La frazione San Carlo di Casalvecchio Siculo è tornata infatti ad avere la sua chiesetta, dedicata a San Carlo Borromeo, grazie anche all’intervento dei parrocchiani che dopo la chiusura del cantiere si sono adoperati per abbellirla e realizzare l’altare, il tabernacolo e la postazione per il santo con donazioni di denaro o con il loro lavoro manuale, installando anche due targhe in marmo all’esterno che ricordano l’intitolazione della chiesa e il giorno della sue benedizione. Domenica mattina il piccolo tempietto è stato benedetto dal vescovo ausiliare Cesare Di Pietro, accolto dal sindaco Marco Saetti, dai parroci Alessandro De Gregorio (San Carlo) e Alessandro Malaponte (Casalvecchio), dal comandante della Polizia metropolitana Antonino Triolo e dagli abitanti della borgata. A leggere un messaggio di benvenuto e ringraziamento è stata Catena Finocchio: “La sua presenza e la sua parola ci mostrerà il vero centro della nostra vita, che è Gesù Cristo, viviamo un momento di grande gioia che riempie i nostri cuori - ha detto a monsignor Di Pietro nome della comunità - e su questo altare faremo risplendere la grazia di Dio e faremo tesoro del dono di padre Alex, che opera con zelo, amorevolezza e genuino altruismo”. Il primo cittadino, ringraziando il vescovo e i parroci e scusandosi per l’assenza durante la prima celebrazione avvenuta a gennaio, ha evidenziato come la chiesa di San Carlo sia il risultato di una sinergia forte e collaborativa tra Comune e Parrocchia, “un modello che stiamo sperimentando su tutto il territorio per realizzare le cose insieme e uniti, un modo di sentire e operare che deve divenire patrimonio di tutti - ha sottolineato - e lo testimonia il contributo dato dai cittadini per completare e abbellire questa struttura”. Di Pietro si è complimentato per “un luogo decorosamente ornato, splendente nella sua piccolezza e dignità”, ricordando come dovrà poi essere consacrato l’altare, mentre padre Alex De Gregorio ha ricordato che “questa sarà la nostra casa di preghiera e non di altro, tutto il resto andrà fuori”, sottolineando come stia vivendo il suo mandato pastorale come “una bella esperienza, pur tra mille difficoltà e distanze”. Per i residenti di San Carlo, devoti anche alla Madonna del Tindari, una giornata di festa attesa da tempo, che ha restituito loro ciò che era mancato per cinque lustri per continuare con fede e devozione a sentirsi vicino al Signore.



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