Giovedì 21 Novembre 2024
Accolta la richiesta di sospensiva del provvedimento sindacale che ne vietava l'installazione


Casalvecchio Siculo. Via libera dal Tar alla stazione radio Vodafone

di Andrea Rifatto | 20/12/2014 | ATTUALITÀ

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Il Comune aveva negato l'autorizzazione nel settembre scorso

“Il ricorso appare fondato e va ritenuta anche la sussistenza del pregiudizio grave e irreparabile”. Con questa motivazione la prima sezione del Tar di Catania ha accolto la richiesta di sospensiva presentata da Vodafone Omnitel contro il provvedimento firmato dal sindaco di Casalvecchio Siculo, Marco Saetti, che negava alla compagnia telefonica l’autorizzazione alla realizzazione di una stazione radio base in contrada Rocche, nel territorio casalvetino. Il primo cittadino, infatti, con proprio provvedimento firmato il 18 settembre scorso, aveva rigettato l’istanza comunicandolo alla società mediante raccomandata a/r. L’azienda era però ricorsa al tribunale amministrativo chiedendo la sospensione dell’atto sindacale e, ove fosse necessario, anche del “Regolamento comunale per l'installazione degli impianti fissi di telecomunicazione per telefonia cellulare e radiotelevisivi”, approvato con delibera di Consiglio comunale del 26 agosto 2014. I magistrati etnei, nella camera di consiglio del 18 dicembre presieduta da Salvatore Veneziano (Dauno Trebastoni consigliere estensore e Giuseppa Leggio consigliere), uditi i difensori delle parti, l’avv. Carmelo Saitta per il Comune di Casalvecchio Siculo e gli avvocati Giovanni Figuera e Mario Libertini per Vodafone Omnitel, dopo un sommario esame del procedimento proprio della fase cautelare, hanno deciso di accogliere il ricorso dell’azienda di telecomunicazioni, ritenendo come il diniego alla realizzazione delle opere comporti un pregiudizio grave e irreparabile. Il Tar ha quindi sospeso l’efficacia del provvedimento che vietava l’installazione della stazione radio base, fissando la trattazione di merito del ricorso nella prima udienza pubblica di ottobre 2016. La società tornerà quindi probabilmente alla carica richiedendo una nuova autorizzazione. Il Comune è stato inoltre condannato al pagamento delle spese della fase cautelare, stabilite in 1000 euro oltre accessori.

Più informazioni: antenne telefonia  


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