Casalvecchio, sindaco e parroco "alleati" per restituire al paese la chiesa di San Teodoro
di Andrea Rifatto | 22/08/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 22/08/2020 | ATTUALITÀ
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Il parroco e il sindaco di Casalvecchio
“Il bene per i cittadini di Casalvecchio e la conservazione dei beni artistici che i nostri padri ci hanno consegnato è l’obiettivo primario della totale collaborazione tra le istituzioni”. A dirlo sono il sindaco Marco Saetti e il parroco don Alessandro Malaponte, per chiarire alcuni aspetti della vicenda, di cui abbiamo dato notizia nei giorni scorsi, relativa all’acquisizione coattiva della chiesa di San Teodoro da parte del Comune, visto che non è stato possibile risalire al proprietario e la Curia ha fatto sapere di non essere titolare dell’immobile. Alcuni casalvetini non hanno ben compreso l’iniziativa dell’Amministrazione, temendo forse di non poter più fruire del bene, chiuso da circa 30 anni per problemi strutturali e rischio crolli ma che si punta a recuperare grazie ad un finanziamento da un milione di euro per il restauro e il consolidamento dell’area esterna, concesso dal Governo al Comune. E così parroco e sindaco hanno voluto fare delle precisazioni. “L’Amministrazione, in dialogo con la Curia, la Parrocchia e l’Arciconfraternita, avendo a cuore il recupero della struttura e di tutta l’area dell’ex convento, si è mobilitata a predisporre la documentazione per inoltrare la richiesta di finanziamento - evidenziano - e nel pieno rispetto di quanto previsto nel progetto e nella piena collaborazione con le parti interessate, si consentirà l’utilizzazione dell’immobile in alcuni momenti dell’anno, in particolare per la secolare festa di San Teodoro e della Santissima Annunziata con il bacio degli stendardi, che ogni anno richiama centinaia di fedeli e che, a causa del deterioramento dell’immobile, non è stato più possibile celebrare nella chiesa di San Teodoro”. La secolare chiesa è chiusa da molti lustri per problemi di infiltrazioni d’acqua dal tetto: alcuni interventi da parte del Comune, della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali, della Parrocchia e dell’Arciconfraternita, che dovevano essere provvisori ma che poi si sono rivelati definitivi, negli anni hanno peggiorato non solo lo stato di degrado del tetto ma di tutto l’immobile, rendendolo completamente inagibile e da due anni a questa parte si resa necessaria la chiusura della piazza antistante per pericolo crollo. Dunque l’azione del Comune non farà altro che restituire alla pubblica fruizione lo storico edificio, permettendo di poter far rivivere riti e tradizioni di un tempo a cui i casalvetini sono indissolubilmente legati.