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Casalvecchio: "Traditi da un Giuda”, "Chi sa stia lontano dalla vara di Sant’Onofrio"
di Andrea Rifatto | 14/07/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 14/07/2019 | ATTUALITÀ
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L'intervento del parroco e del sindaco
“Se c’è qualcuno che sa qualcosa, con quale coraggio continua a guardare i suoi figli? Se si tradisce la comunità non si è degni di farne parte, chi sa parli, non possiamo accettare fenomeni di omertà”. Il sindaco di Casalvecchio, Marco Saetti, chiede un atto di coraggio e di rispetto per il paese sulla vicenda dl furto dell’oro di Sant’Onofrio e della Madonna Annunziata scoperto l’1 febbraio 2017. Lo ha fatto venerdì sera in Consiglio comunale, dopo la lettera inviata alla Procura della Repubblica di Messina affinché non si chiudano le indagini seguita da un appello dello stesso tenore sottoscritto da 250 cittadini, durante la seduta convocata dalla presidente Emanuela Triolo per discutere la mozione, sottoscritta da tutti i consiglieri e inviata al procuratore capo, per condividere l’iniziativa intrapresa dal primo cittadino e sostenere ogni iniziativa che l’Amministrazione vorrà intraprendere a tutela del patrimonio, della storia e dell’identità casalvetina. “Abbiamo vissuto momento difficili, l’azione investigativa ha portato a nulla o a scarsi risultati, ringrazio le Forze dell’ordine ma è ancora una ferita aperta – ha esordito il sindaco – e non escludo di chiedere di essere sentito dal procuratore, farò di tutto, da sindaco e da cittadino. Chi sa parli, anche in forma anonima, pure un indizio può far riaprire le indagini: ci sono state troppe coincidenze, c’è stata sicuramente leggerezza nella gestione di quel tesoro e non è possibile che nessuno sappia. Serve un atto di coraggio e di rispetto per Casalvecchio e Sant’Onofrio, chi sa non viva con questo rimorso che lo attanaglia giorno e notte, nessuna coscienza può rimanere indifferente”. Saetti ha sottolineato come nessuno si debba sentire accusato, “perché parlare non significa essere colpevoli”. Un furto commesso prima di quel giorno, quando è stata attuata una messinscena, definito “la più grossa ingiuria che si poteva fare alla nostra comunità - ha tuonato -dileggiata per colpa di chi ha ricevuto pochi spiccioli da quell’azione, i denari di Giuda”. Il sindaco di Casalvecchio ha definito lodevole la forza del popolo casalvetino che ha già donato tanti altri oggetti per ricostruire il tesoro di Sant’Onofrio: “Serve il coraggio di parlare e ribellarci - ha aggiunto Saetti – se siamo ancora un popolo mostriamolo. Farò di tutto perché questa vicenda non finisca nell’oblio, siamo una comunità dimezzata nella dignità”. Dalla minoranza Carmelo Saglimbene ha parlato di “una ferita per i casalvetini pensando a quello che hanno donato i nostri avi. Non accusiamo nessuno e non voglio pensare che dietro il furto ci sia una mano casalvetina, forse qualcosa c’è ma non voglio crederci. Io posso dire che facevo parte della commissione e non sapevo dove fosse nascosto l’oro”, mentre dai banchi della maggioranza Santino Saglimbene ha invitato chi ricorda o sa qualcosa a dirlo agli inquirenti e a far emergere l’orgolio casalvetino”. Piena condivisione dal parroco, don Alessandro Malaponte, all’iniziativa del sindaco e dei cittadini: “Quando sono arrivato qui ho trovato una comunità sconvolta e arrabbiata e siamo tutti d’accordo che il fatto non è avvenuto quella notte ma era stato pianificato da chi cercava qualcosa a colpo sicuro, visto che ad esempio il prezioso ostensorio non venne toccato. Non si facciano processi in piazza e non si additi nessuno - ha detto ai casalvetini - ma mi auguro che questa piaga non sia ulteriormente scavata da gente che poi si presenta sotto la vara di Sant’Onofrio, perché se così fosse saremmo all’inverosimile: mi auguro che questa gente non abbia la faccia di presentarsi, se qualcuno disgraziatamente sa e si presenta lì, significa che siamo veramente dietro le porte dell’inferno, posto per quelli che senza coscienza vivono sapendo di aver coperto o di aver fatto il male. Come dice San Paolo, non possiamo tacere quello che abbiamo visto e quello che abbiamo udito se crediamo veramente al Signore e al nostro Santo Onofrio. Se accade ditelo a me oppure prendetelo voi stessi per le orecchie e cacciatelo via a calci - ha concluso - non possiamo apparire in un modo ed essere dietro tutt’altra cosa, Gesù condanna questo modo di agire”.