Comitato di gemellaggio, la maggioranza boccia lo Statuto del sindaco e lo riscrive
di Andrea Rifatto | 13/01/2018 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 13/01/2018 | ATTUALITÀ
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La seduta consiliare di ieri sera
Lo Statuto della discordia passa a maggioranza, ma non si spengono le polemiche su una vicenda esplosa nelle ultime settimane e che si presenta sempre più ingarbugliata. Il Consiglio comunale di S. Teresa di Riva ha approvato ieri sera il nuovo Statuto del Comitato di gemellaggio con Fuveau, che ha ottenuto il via libera con otto voti favorevoli del gruppo di maggioranza e quattro contrari dell’opposizione. In apertura dei lavori i consiglieri hanno osservato un minuto di silenzio in memoria di Filippo Miano, già consigliere comunale, scomparso prematuramente martedì. Il documento esitato dall’Aula è stato modificato secondo quanto previsto dai 13 emendamenti proposti dal gruppo che sostiene l’Amministrazione del sindaco Danilo Lo Giudice, su cui la minoranza si è astenuta, mentre i 23 proposti dai quattro di “Insieme per cambiare” non sono passati per la contestuale astensione della maggioranza. Statuto che di fatto è stato bocciato dalla stessa maggioranza per come era giunto in Consiglio, visto che il gruppo ha cassato la bozza proposta dal sindaco decidendo di modificarla. Rispetto alla prima stesura, il nuovo Statuto del Comitato esce con alcune modifiche sostanziali. Innanzitutto viene eliminata la forma di associazione lasciando quella di Comitato; eliminato il numero massimo di 15 componenti, portato a 25; cancellato il limite di 70 anni di età per farne parte (rimane l’obbligo di essere maggiorenni); rimosso il comma in cui si prevedeva che i soci fondatori sarebbero diventati soci onorari al compimento dei 70 anni; eliminata la clausola che vietava di concorrere per la carica di presidente del Comitato ai soci che sono presidenti di associazioni, dirigenti degli Enti locali e della Pubblica Amministrazione; all’articolo relativo allo scioglimento del Comitato è stato aggiunto che in caso di gravi motivazioni che determinano il malfunzionamento dell’organismo e per controversie tra i soci che blocchino i lavori il sindaco possa proporre al Consiglio comunale di deliberare l’azzeramento del direttivo e/o la decadenza dei soci. Ma a far discutere in Consiglio è stata la procedura seguita per arrivare all’approvazione di ieri e le modalità di redazione del nuovo Statuto, che hanno fatto registrare un duro scontro tra minoranza, sindaco e segretaria comunale. L’opposizione ha fatto emergere le anomalie procedurali che si deducono dagli atti e ha contestato soprattutto il fatto che il sindaco non aveva il potere di far redigere un nuovo Statuto alla segretaria. “Abbiamo trovato una situazione a dir poco disastrosa e siamo preoccupati dopo le dichiarazioni della presidente del Comitato che sostiene come sia stato fatto tutto secondo le regole – ha esordito il capogruppo Antonio Scarcella. Dal verbale dell’assemblea dei soci del 3 agosto si evince come il Comitato di gemellaggio abbia deliberato la modifica di un solo articolo dello Statuto (art. 14) relativo allo scioglimento e al rinnovo dell’organismo, e abbia dato mandato all’amministrazione comunale di compiere tutti gli atti necessari per operare le modifiche deliberate in quella sede, quindi per il solo articolo discusso. Non era comunque consentito al sindaco di chiedere alla segretaria comunale di procedere a redigere un nuovo Statuto – ha proseguito il capogruppo – come invece è stato fatto con nota del 2 ottobre, addirittura indicando i punti da modificare (requisiti dei soci, compiti di ciascun organo e altre modifiche ritenute eventualmente necessarie)”. Scarcella ha fatto inoltre notare come lo Statuto non prevedesse la possibilità da parte dei soci di delegare altri a rappresentarli in assemblea in caso di assenza, “perché non si tratta di un condominio ma di un organismo pubblico”, lamentando “un maldestro tentativo di far fuori la minoranza eliminando i due membri di competenza del Consiglio comunale previsti dal precedente Statuto”. “Le norme procedurali non sono state assolutamente rispettate e a nostro parere questo Comitato di gemellaggio va sciolto per essere rifatto ex novo, perché continuare a gestire le procedure a proprio comodo non è più possibile”. Il sindaco Danilo Lo Giudice ha replicato che le modifiche allo Statuto sono state chieste da tutti i presenti all’assemblea del 3 agosto. Ma nel verbale non vi è traccia di ciò ma solo di una modifica all’art. 14. “Le carte dicono però altro rispetto a quanto afferma il sindaco – ha dichiarato dai banchi di minoranza il consigliere Giuseppe Migliastro – ed è paradossale che il sindaco proponga di redigere un nuovo Statuto senza averne titolo. E non posso che contestare quanto scritto nello Statuto, redatto, così come leggo dalle carte, da una persona competente quale è il segretario comunale, perché si rafforza la figura del presidente, si prevedono norme contra personam e sono evidenti le lacune anche sotto l’aspetto finanziario. Da un segretario di un Comune non posso aspettarmi questo e se la segretaria conferma che la paternità del testo è sua, non posso fare altro che chiederne le dimissioni e il ritiro della proposta, considerato che viene dal sindaco che non poteva farlo”. Domanda che non ha ricevuto risposta ma che anzi ha scatentato le proteste da parte del sindaco e delle stessa segreteria, che hanno ritenuto offensive le parole di Migliastro. Il consigliere di maggioranza Santino Veri , a nome del gruppo, ha espresso "solidarietà alla dirigente comunale per l'attacco feroce subito dal consigliere Migliastro" L’iter seguito per arrivare al nuovo Statuto, approvato dall’assemblea dei soci il 12 dicembre, secondo quanto emerge dagli atti non è stato dunque quello previsto dalle norme, in quanto così come si legge nello Statuto vigente fino a ieri doveva essere il Consiglio comunale a proporre le modifiche e non il sindaco. E non si spiega neanche quanto scritto nella proposta di deliberazione arrivata ieri in Aula, che vede il Consiglio comunale proporre a se stesso l'adozione del nuovo Statuto, quando invece l'organo consiliare si è trovato ad esaminare una bozza già predisposta. Ciò evidentemente per far corrispondere la delibera a quanto sancito dalle norme statutarie. La maggioranza ha inoltre bocciato la proposta della minoranza di eleggere i due membri di competenza del Consiglio all'interno del Comitato di gemellaggio, posta all'ordine del giorno dopo l'approvazione del nuovo Statuto che non ha previsto più queste due figure e dunque a quel punto priva di interesse. Proprio per evitare ciò ad inizio seduta Migliastro aveva chiesto l'inversione dell'ordine del giorno ma la richiesta non è stata accolta. E se all'interno del Comitato di gemellaggio c'è chi afferma come nella redazione della bozza di Statuto avrebbero preso parte anche esponenti dello stesso Comitato, dando precise indicazioni sulle norme da inserire, la minoranza consiliare si è detta pronta a portare tutti gli atti all'Assessorato regionale delle Autonomie locali per chiedere una verifica sulla procedure seguite. Nel frattempo i tre nuovi aspiranti soci attendono di fare ingresso nel Comitato S. Teresa-Fuveau e pare che ve ne siano altri interessati a farlo, in questi giorni in cui il Comitato è divenuto così "celebre".