Giovedì 21 Novembre 2024
Il presidente traccia la situazione finanziaria e invita i Comuni debitori a versare


Consorzio Rete Fognante, un "buco" da 8,6 milioni e il pericolo che rimane dietro l'angolo

di Andrea Rifatto | 20/09/2023 | ATTUALITÀ

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il presidente Elia Mandri con sindaci e organi gestionali

Un “buco” da poco più di 8,6 milioni di euro, tra debiti degli anni passati e quote dell’anno in corso ancora da versare. È questa la cifra che il Consorzio Rete Fognante deve ancora incassare dai Comuni di Taormina, Giardini Naxos, Letojanni e Castelmola per la gestione del ciclo di depurazione dei reflui fognari. A tracciare il quadro aggiornato dei conti è il presidente dell’ente, Alfredo Elia Mandri, all’indomani delle polemiche esplose tra il sindaco di Taormina e l’Amministrazione comunale di Giardini Naxos, accusata di aver redatto un bilancio falso prevedendo solo 50mila euro di quota da versare per il 2023. Il Comune di Taormina, che contribuisce per il 44,58%, ha un debito residuo di 3 milioni 914mila 158 euro fino al 2020 (di competenza dell’Organismo straordinario di liquidazione) e di 80mila euro per gli anni 2021 e 2022, visto che per questo biennio ad agosto sono stati versati 948mila 113 euro sul debito di 1 milione 208mila 113 euro, mentre per la quota del 2023 da 1 milione 694mila 155 euro Palazzo dei Giurati ha già pagato due acconti da un milione e rimangono 694mila 155 euro. Giardini Naxos, socio per il 38,94%, aveva un debito di 2 milioni 586mila 465 euro al 31 dicembre 2022 e a luglio ha versato 817mila 107 euro, portandolo così a 1 milione 769mila 448 euro; per il 2023 deve invece versare 1 milione 479mila 817 euro. Letojanni (11,95%) è l’unico comune in regola con il passato e sui 454mila 233 euro dovuti per l’anno in corso ha già girato al Consorzio 138mila 320 euro e ne restano 385mila 072 euro, mentre Castelmola (4,52%) secondo il Consorzio deve versare 194mila 913 euro per il pregresso e 171mila 793 euro per il 2023. Il debito di quest'ultimo Comune recentemente si è ulteriormente ridotto, visto che il 7 settembre sono stati versati 39mila 114 euro e ieri altri 40mila euro: "Prima di rilasciare dichiarazioni è bene fare le opportune verifiche" replica il sindaco Orlando Russo al presidente del Consorzio.

"Già nella riunione del 17 luglio sono emerse forti criticità per la passività complessiva - sottolinea Elia Mandri - e soprattutto che la fornitura di energia elettrica (maggiore voce di spesa) avveniva con un contratto di salvaguardia con maggiori oneri pari ad 0,20 euro/Kw rispetto al prezzo medio di mercato (0,12 euro/Kw) e quindi per un costo complessivo medio di 0,32 euro/Kw. I pagamenti per 2,7 milioni di Taormina e Giardini Naxos hanno consentito, oltre al rispetto delle transazioni pendenti con enti creditori (cessionari Enel in massima parte) e al regolare pagamento dei fornitori di servizi in via ordinaria, l’avvio delle procedure per la fuoriuscita del contratto di salvaguardia con Enel con adesione alla convenzione Consip”. L’allarme, però, non è rientrato e viene denunciato un potenziale danno erariale: “Se i Comuni (in particolare Giardini Naxos e Taormina) reiterano i comportamenti degli anni scorsi (acconti minimi e continui rinvii nei pagamenti) usciamo dalla salvaguardia giusto per qualche mese per ripiombarci - avverta il presidente - il contratto di salvaguardia determina maggiori ed ingiustificati costi a carico del Consorzio, quindi dei Comuni e dei cittadini”. Il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, ha chiesto ad Elia Mandri di incontrare l’Organismo straordinario di liquidazione per chiudere la partita fino al 2020 con l’abbattimento del debito, accusando nuovamente Giardini Naxos di aver redatto un bilancio falso: “Il sindaco mantenga l’impegno preso, è inutile che io mandi soldi se non versano la loro quota - ha ribadito - io ho preteso che tutti i Comuni pagassero e ho versato i miei arretrati, Letojanni e Castelmola stanno facendo il loro dovere ma sono quote irrisorie, poi non lamentiamoci se arrivano i liquami in spiaggia…”


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