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Coronavirus, disinfettare le strade è utile oppure dannoso per la salute e l'ambiente?
di Andrea Rifatto | 16/03/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 16/03/2020 | ATTUALITÀ
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Disinfezione di strade pubbliche
In tutta Italia sono in corso in questi giorni i primi interventi di disinfezione di strade e piazze e in generale di superfici all’aperto per evitare la diffusione del Coronavirus. Ma la loro utilità è controversa e non vi è alcuno studio scientifico che provi come questo tipo di attività sia utile o necessaria per contrastare il Covid-19. Gli stessi esperti nutrono dubbi e insistono sul bisogno di limitare i contatti e quindi la trasmissione da persona a persona. Ma le amministrazioni locali si stanno premurando ugualmente ad organizzare le disinfezioni, allo scopo di rassicurare i cittadini preoccupati dal virus. Ci sono comunque delle eccezioni. Nei giorni scorsi, ad esempio, l’Arpa Piemonte ha dato parere negativo alla disinfezione delle strade con una soluzione di ipoclorito di sodio (candeggina), avviata da alcuni Comuni, con un documento in cui si legge che “l'operazione non è ritenuta efficace nella lotta al Covid-19” e che “dal punto di vista dell'Agenzia consideriamo questa pratica dannosa per l'ambiente". La stessa Regione Piemonte ha precisato che “Non vi è evidenza che spruzzare ipoclorito di sodio all’aperto, massivamente, sui manti stradali, possa avere efficacia per il contrasto alla diffusione del Covid-19 dal momento che le pavimentazioni esterne non consentono interazione con le vie di trasmissione umana. Se non vi sono evidenze scientifiche è utile concentrarsi su azioni più incisive, la pulizia delle strade è una buona prassi ma non è possibile usare soluzioni inquinanti”. I tempi di sopravvivenza del Coronavirus sulle superfici non sono ancora conosciuti con certezza e sono in corso appositi studi: uno di questi, ancora in fase preliminare, indica una persistenza di 2-3 giorni, ma al di là di ciò va sicuramente posta molta attenzione all’igiene delle superfici, soprattutto negli spazi di condivisione e quelli dove la probabilità di venire a contatto con il virus è più alta, come ospedali, mezzi pubblici, uffici, ascensori, bagni pubblici, ecc… I comuni disinfettanti domestici sono comunque sufficienti allo scopo. Gli scienziati, dunque, avanzano molte perplessità, soprattutto per quanto riguarda il tipo di prodotti che vengono usat, sull’utilità delle disinfezioni all’aperto, con mezzi che transitano sulle strade e spruzzano sostanze chimiche con cannoni e personale armato di lance per raggiungere marciapiedi, semafori, corrimano, alberi, fin davanti abitazioni e attività commerciali, comprese quelle di generi alimentari. Non si sa, infatti, quanto la candeggina sia davvero efficace sul Coronavirus, ma di certo irrita le mucose ed espone al rischio di sviluppare malattie respiratorie croniche, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva o l’asma. Dunque più che tutelare la salute dei cittadini la si potrebbe mettere a rischio. E tutto ciò senza dimenticare l’inquinamento ambientale che si produce, a fronte di vantaggi sanitari minimi. La disinfeazione massiva delle strade, dunque, non sembra affatto necessaria e ci si può limitare ad ambienti e oggetti che possono essere toccati con frequenza dalle persone, come panchine, corrimani, porte ecc...