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Coronavirus, Federalberghi a 20 sindaci: "Riducete le tasse, si rischia il collasso"
di Andrea Rifatto | 03/03/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 03/03/2020 | ATTUALITÀ
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Biondi con altri esponenti di Federalberghi della provincia
Valutare concrete azioni di responsabilità che mirino ad evitare il totale collasso del turismo nel territorio jonico, intervenendo sui tributi locali per una congrua riduzione al fine di poter sostenere lo stato di crisi determinato dalla pandemia in corso. È ciò che chiede Federalberghi Riviera Jonica alle amministrazioni comunali di 20 comuni costieri e collinari compresi nel territorio tra Letojanni e Itala per far fronte alla crisi economica derivante dalla diffusione dell’epidemia determinata dal virus Covid-19. Ieri il presidente Pierpaolo Biondi ha inviato una lettera ai sindaci, agli assessori al Turismo e al Bilancio e ai presidenti dei Consigli comunali (e anche al sindaco metropolitano), condivisa con le altre associazioni di albergatori della provincia, esponendo la problematica e i rischi di collasso per il settore turistico, dove potrebbero andare in fumo migliaia di posti di lavoro, dichiarando la disponibilità di Federalberghi “all’apertura di un tavolo tecnico che abbia le dovute rappresentanze e competenze, al fine di poter affrontare con responsabilità la grave crisi in corso”. “È in corso una grave crisi epidemiologica a livello internazionale dovuta al virus e l’Italia risulta allo stato attuale la terza nazione al mondo con maggiore casi di diffusione conclamata – esordisce il presidente Biondi – di conseguenza si è diffuso un panico generalizzato sul territorio nazionale ed internazionale, che sta comportando un’automatica sospensione di fatto di tutti i viaggi verso l’Italia e dall’Italia. Molte autorità sanitarie estere e tour operator sconsigliano di viaggiare verso l’Italia e al momento le attività turistico-ricettive ricevono continue cancellazioni delle prenotazioni in essere, i sistemi di prenotazione non ricevono più nuove prenotazione da circa 10 giorni e sono fermi, di conseguenza il comparto turistico-ricettivo viene colpito da una crisi economica senza precedenti, con annullamenti di gruppi già confermati e lo stop totale di nuove prenotazioni (dati ufficiali)”. Biondi evidenzia come Federalberghi stia cercando di non creare allarmismi, "la Sicilia è ritenuta zona sicura, comunque la psicosi e la cattiva comunicazione hanno creato e stanno creando un enorme danno a tutto il sistema economico, solo sulla nostra zona si parla di migliaia di posti di lavoro, dobbiamo evitare il collasso sistemico e in questo le amministrazioni sono e devono essere responsabili, un loro errore o leggerezza può generare ulteriore caos". “Tutto ciò al momento attuale comporterà un arresto delle attività non inferiore ad i tre mesi – evidenzia il presidente di Federalberghi Riviera Jonica – per cui se l’allarme terminasse ora, l’inizio stagione sarebbe comunque ritardato all’inizio di giugno e sicuramente la crisi inciderà su tutta la stagione 2020. Questa è la situazione reale e si sta paventando la possibilità reale di provocare una calamità economica che potrebbe portare al collasso economico del comparto turistico-ricettivo, con conseguenze per tutti comparti economici quali ristorazione, bar, trasporti, commercio, distribuzione, ed altre imprevedibili”. Ieri Federalbeghi Sicilia e Faita Federcampig hanno stilato un elenco di proposte per proteggere il comparto turistico: “L’industria turistica siciliana è in ginocchio, non è in grado di sopportare una crisi come quella dello scorso decennio, dalla quale di fatto non è mai del tutto uscita – evidenziano – e serve agire in fretta e in modo professionale e sistematico, con massima compattezza e unità di intenti tra privati e tra pubblico e privato”. Diverse le proposte avanzate per salvare l’occupazione, ridurre il cuneo fiscale, incidere su ruoli/cartelle esattoriali, facilitare l’accesso al credito, agire su mutui e finanziamenti, supportare gli investimenti e ottimizzare le tasse di soggiorno.