Corridoi ecologici d'Agrò, il ponte in legno lasciato in agonia tra abbandoni e pericoli
di Andrea Rifatto | 26/04/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 26/04/2021 | ATTUALITÀ
1243 Lettori unici
Numerose parti sono ormai compromesse
Ogni giorno che passa le condizioni di degrado non fanno che peggiorare e aumenta il rischio che non si faccia più in tempo per salvarlo. È ormai ridotto ai minimi termini il ponte pedonale in legno sul torrente Agrò tra Santa Teresa di Riva e Sant’Alessio Siculo, realizzato nel 2007 nell’ambito delle opere di recupero ambientale e creazione di corridoi ecologici tra le aree protette, finanziate complessivamente con 3 milioni 903mila 534 euro assegnati al Pit 13 con i fondi del Por Sicilia 2000-2006 e del Po Fesr 2007-2013 per riqualificare le sponde del corso d’acqua e creare aree protette fruibili dai cittadini. Quattro milioni di euro andati in fumo, soldi della Comunità europea sprecati per un’opera lasciata nel più totale abbandono. La parte che ricade nel territorio santateresino è la meno estesa, visto che inizia da piazza Antonio Stracuzzi (dove il sentiero pedonale è stata sventrato per realizzare la passerella provvisoria sul torrente) e si conclude al limite del torrente Botte al confine con Savoca, a ridosso del depuratore fognario: in mezzo vi è però una delle infrastrutture simbolo dell’intervento di creazione dei corridoi ecologici, ossia il ponte in legno che collega con la sponda alessese, gemello di quello realizzato a monte dei tracciati, tra Scifì (Forza d’Agrò) e San Pietro e Paolo (Casalvecchio Siculo), distrutto da un incendio nel 2019. Il ponte a valle è stato “sbarrato” dai due Comuni nella primavera del 2018, a conferma del fallimento della politica che in dieci anni non è riuscita a muovere un dito per garantire neanche una minima manutenzione dell’opera. La posa di una transenna, facilmente aggirabile, non serve però a fermare il passaggio di quanti continuano a percorrerlo quotidianamente durante camminate e attività fisica, anche con bici e persino moto, correndo gravi rischi visto il pessimo stato di conservazione delle strutture in legno lamellare, con un degrado che ha interessato le travi portanti, i parapetti, fino al piano di calpestio, quest’ultimo con numerose assi divelte, bucate o totalmente mancanti. Dunque le strutture potrebbero cedere facendo precipitare nel vuoto i pedoni ed è necessario che il Comune si attivi per rinforzare la chiusura ed evitare rischi per la pubblica incolumità, fino a quando non sarà in grado di metterlo in sicurezza. Tutto intorno la situazione non è delle migliori, visto che i corridoi ecologici del torrente Agrò sono ormai distrutti: nel tratto di Santa Teresa rimane una scarsa vegetazione, rappresentata dalle vecchie tamerici espiantate nel 2016 dal lungomare e in parte ripiantate sulla sponda del torrente, potate nei mesi scorsi senza che siano stati nemmeno rimossi i resti. In generale il tracciato non è curato come dovrebbe e con il passare del tempo le sue condizioni sono notevolmente peggiorate. Un intervento, quello realizzato nel 2007, che poteva rappresentare un punto di partenza per sfruttare le aree demaniali a ridosso del torrente e renderle fruibile per svariate attività, con la nascita di una piccola oasi che invece ben presto si è rivelata una cattedrale nel deserto.