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Crisi finanziaria dei Comuni, incontro tra sindaci e prefetto: "Soluzioni o ci dimettiamo"

di Redazione | 17/11/2021 | ATTUALITÀ

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Il prefetto con i sindaci presenti oggi

Una folta delegazione di sindaci della città metropolitana di Messina ha incontrato oggi pomeriggio il prefetto di Messina, Cosima Di Stani, rappresentando la gravissima crisi finanziaria e organizzativa in atto nei 391 comuni dell'Isola ed chiedendo che vengano approvate, con la massima urgenza, norme idonee a sostenere i tanti comuni che, a causa di una grave crisi strutturale e di sistema, non sono in grado di approvare i bilanci. Nel corso dell'incontro, così come accaduto in analoghi incontri tenutisi nelle altre otto prefetture siciliane, sono state infatti sottolineate le sempre maggiori difficoltà degli Enti locali a definire un documento di pianificazione finanziaria che trovi il necessario punto di equilibrio tra le entrate, per le quali permangono forti difficoltà nella fase di riscossione dei tributi e le uscite, la cui mole è spesso incomprimibile perchè legata a spese per servizi essenziali. È stato a tale proposito evidenziato come, sulla base degli ultimi dati pubblicati dall'Assessorato regionale delle Autonomie locali, soltanto 152 Comuni su 391 hanno approvato il Bilancio di previsione 2021-2023 e appena 74 Comuni il Consuntivo 2020. Recependo le preoccupazioni rappresentate dai sindaci, il prefetto ha ribadito la propria disponibilità a fornire ogni possibile supporto istituzionale che possa utilmente concorrere alla soluzione delle criticità segnalate e, in tale prospettiva, ha dato assicurazione che provvederà ad inoltrare agli organi di governo centrale il documento riepilogativo delle proposte messe a punto da Anci Sicilia. Per la zona jonica erano presenti i sindaci Mario Bolognari (Taormina), Piero Briguglio (Nizza di Sicilia), Carlo Giaquinta (Alì Terme), Davide Paratore (Antillo) e Sebastiano Gugliotta (Pagliara).

Le criticità vissute da tanti Comuni hanno portato l’Anci a proclamare una mobilitazione a partire sin dal 25 maggio scorso con l’approvazione di una identica delibera da parte di oltre 120 Comuni. Gli atti adottati dalle giunte municipali sottolineavano l’inadeguatezza dell’attuale quadro normativo a fronte del progressivo aumento di Enti che dichiarano il dissesto, che sono costretti a ricorrere ad un piano di riequilibrio e che manifestano altri elementi di sofferenza sul piano finanziario e delle problematiche di carattere organizzativo dovute alla carenza di figure professionali qualificate nelle piante organiche. Relativamente alle problematiche di carattere organizzativo, i dati di un recente monitoraggio condotto da Anci Sicilia hanno evidenziato che i posti vacanti nelle piante organiche dei Comuni siciliani sono circa 15.000 e tra questi circa 4.000 fra dirigenti e categorie D. In tali condizioni è complesso erogare servizi di qualità a cittadini e imprese e particolarmente arduo utilizzare in maniera efficace le tante risorse della Programmazione Comunitaria 2021-2027 e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). La Commissione Paritetica per la Regione siciliana ha approvato la proposta di norma di attuazione dello Statuto siciliano contenuta nella delibera della Giunta regionale 398 del 21 settembre in materia di perequazione finanziaria e armonizzazione dei sistemi contabili degli Enti locali: tale norma ha previsto un rinvio del termine di approvazione del bilancio di previsione 2021-2023 e del bilancio consuntivo 2020 al 30 novembre 2021, ma non è stata ancora approvata. Per tali ragioni, il 3 novembre circa 150 sindaci hanno manifestato a Roma e, nel corso degli incontri con esponenti del Governo e del Parlamento, hanno chiesto l’emanazione di provvedimenti urgenti per superare le difficoltà che ostacolano la crescita economica dei territori. Ma vista l’assenza di atti concreti è emersa, da parte di numerosi primi cittadini, l’intenzione di prendere in considerazione le dimissioni dalla carica di sindaco e dunque è stato chiesto un incontro ai prefetti dell’Isola al fine di rappresentare lo stato di crisi in cui versano le autonomie locali siciliane e di manifestare che, in assenza di soluzioni di carattere normativo e finanziario, si valuterà di formalizzare le dimissioni.


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