Da Capo a Capo come unico comune, discorso chiuso sugli spostamenti senza confini
di Andrea Rifatto | 10/11/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 10/11/2020 | ATTUALITÀ
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I confini comunali non possono essere cancellati
Discorso chiuso, la legge va rispettata e non sono ammesse deroghe, tantomeno in un ristretto ambito locale. È durata appena due giorni la discussione sulla possibilità per gli abitanti della zona tra Sant’Alessio e Scaletta di potersi spostare nel comprensorio come se si fosse all’interno di un unico comune, senza considerare i confini amministrativi, ritenuti ormai un concetto obsoleto perchè superati dalle dinamiche economiche e sociali. La proposta era stata lanciata da un cittadino di Roccalumera, Walter Marisca, che aveva dato vita ad una petizione, arrivata a 800 firme, denominata “Da capo a capo siamo una cosa sola”, nella quale si evidenziava come “tutti i comuni tra Capo Scaletta e Capo Sant’Alessio sono di piccola entità e divisi, nella maggior parte dei casi, solo da cartelli stradali”, ritenendo come “esistano i presupposti per non vincolare gli spostamenti tra gli stessi paesi ed esentarci dall’obbligo dell’autocertificazione”. La petizione era stata inviata sabato all’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani, ente chiamato in causa non si comprende a che titolo e nell’occasione criticato dallo stesso Marisca, in quanto tacciato di essere inconcludente e poco operativo per il comprensorio, tanto che ieri sera, nel corso di un incontro tra i sindaci a Sant’Alessio, c’è stato un faccia a faccia con il presidente dell’Unione, Davide Paratore, che pure aveva dato disponibilità a discutere della proposta e si è ritrovato invece soggetto a critiche per il suo operato al vertice dell’ente sovracomunale. Una proposta che era apparsa senza fondamento sin dal principio, in quanto un sindaco non può disporre deroghe a un Dpcm né tantomeno esentare dall’obbligo di avere con sé l’autocertificazione per gli spostamenti, da esibire su richiesta delle Forze dell’ordine. In ogni caso le disposizioni governative consentono gli spostamenti per motivi di necessità e se questi sono fondati è possibile anche transitare da un comune all’altro. Chiedere alle autorità locali di allargare le maglie rischiava però di essere solo un pretesto, magari per apparire. E quindi lo stesso Marisca, dopo gli interventi di alcuni sindaci, ha compreso che la sua proposta non può avere seguito e ha ammesso ieri sera che “la petizione viene a cadere vista la situazione in via di peggioramento”. Un dietrofront è arrivato anche dal sindaco di Alì Terme, Carlo Giaquinta, che nei giorni scorsi era intenzionato a scrivere al Governo per chiedere di valutare la situazione del comprensorio e fare dei distinguo tra grandi città e piccole realtà, ma ieri il primo cittadino aliese ha ammesso come non sia questo il problema del momento: “Chiudere tutto il comprensorio è obiettivamente ridicolo - ha detto - è assurdo che un cittadino di Messina possa muoversi da Giampilieri fino a Ganzirri ma da Giampilieri non possa spostarsi a Scaletta. Capisco però che la situazione è dinamica e sta mutando e potrebbero arrivare altre restrizioni, quindi metto da parte il problema degli spostamenti, perchè la situazione sta degenerando”. Il sindaco di Santa Teresa, Danilo Lo Giudice, ha evidenziato come “certamente il nostro comprensorio è diverso da quella che può essere una grande città, dove c’è maggiore libertà di spostamenti, e su questo argomento ho sentito telefonicamente il prefetto, che ovviamente mi ha ribadito come la normativa sia già chiara, potremmo fare un quesito da sottoporre al Ministero degli Interni ma lascerebbe il tempo che trova”. Il primo cittadino di Furci, Matteo Francilia, ha spiegato di essersi confrontato su questo tema con le Forze dell’Ordine locali: “Abbiamo concordato verbalmente che, ad esempio, visto che a Furci ci sono solo piccoli market e vi è la necessità per i cittadini di spostarsi per fare la spesa fino al supermercato più vicino nei territori di Santa Teresa e Roccalumera, questo transito è giustificabile da motivi di necessità, ma da qui a dire che si può andare in qualsiasi comune ne passa, in tanti mi hanno contattato pensando di potersi spostare senza limiti, non tutte sono persone ragionevoli e non possiamo certamente dare un segnale di essere in anarchia. Ero d’accordo anche io con questa proposta, ma la situazione è diventata seria e nei prossimi giorni potrebbe arrivare un lockdown totale”. Del resto tutti gli spostamenti consentiti sono comunque già stati chiariti dalla Presidenza del Consiglio con le risposte alle domande più frequenti che abbiamo riportato nei giorni scorsi (QUI L’ARTICOLO) e chiedere ulteriori deroghe non è opportuno visto che la situazione sanitaria sta peggiorando.