"Da Capo a Capo siamo un comune unico”: cittadini chiedono libertà negli spostamenti
di Andrea Rifatto | 08/11/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 08/11/2020 | ATTUALITÀ
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Da Sant'Alessio a Scaletta senza limiti?
Le nuove limitazioni imposte dall’ultimo Dpcm, che ha classificato la Sicilia come zona arancione, e in particolare il divieto di spostarsi in altri comuni (se non per esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di studio o di salute) stanno strette a parecchi cittadini della zona jonica. Non sono mancate le lamentele nei confronti del Governo per un provvedimento ritenuto eccessivamente restrittivo per le libera circolazione degli individui. Le piattaforme social, dove ormai chiunque può manifestare idee e opinioni, rilanciano in questi giorni post di cittadini che chiedono di potersi spostare nella fascia compresa tra Sant’Alessio Siculo e Scaletta Zanclea, centri montani compresi, come se si fosse all’interno di un unico comune, senza considerare i confini amministrativi, spesso labili, ritenuti ormai un concetto obsoleto perchè superati dalle dinamiche economiche e sociali. È nata anche una petizione, proposta dal roccalumerese Walter Marisca e che ha raccolto finora circa 700 firme, denominata “Da capo a capo siamo una cosa sola”, rivolta agli amministratori locali: “Non pensiamo esistano i presupposti per applicare in modo così brusco e discriminatorio le disposizioni dell’ultimo Dpcm - si legge nel testo del documento - la situazione sanitaria, benché preoccupante, rimane sotto controllo anche per la scrupolosa osservanza delle regole da parte di quasi tutte le persone della zona. Considerando che tutti i comuni tra Capo Scaletta e Capo Sant’Alessio sono di piccola entità e divisi, nella maggior parte dei casi, solo da cartelli stradali, riteniamo che esistano i presupposti per non vincolare gli spostamenti tra gli stessi paesi ed esentarci dall’obbligo dell’autocertificazione. Tutto ciò per allentare la forte tensione già presente sul territorio anche per le discriminanti misure adottate dal Governo che stanno causando un gravissimo danno all’economia locale, già fortemente compromessa”. La petizione è stata inviata ieri all’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani, chiamata in causa da più parti come se avesse poteri derogatori rispetto allo Stato, per investire della questione il presidente Davide Paratore. “C’è la massima disponibilità per il comprensorio per cercare di alleviare i disagi dei cittadini - ci ha detto ieri Paratore - ma non perdiamo di vista che siamo in una fase emergenziale. Vedremo in concreto cosa sarà possibile fare rispetto a quanto già consentito dal Dpcm, provvedimento che di certo non può essere superato da un’ordinanza sindacale o da un provvedimento del presidente dell’Unione, che non ha il potere di emanare ordinanze o altri atti che dispongano decisioni per altri comuni”. Il territorio dell’Unione Valli Joniche, tra l’altro, va da Sant’Alessio a Roccalumera (paesi collinari compresi) ma è interrotto da Santa Teresa, che ha deciso nel 2016 di uscirne, senza contare che ovviamente un sindaco non può disporre deroghe a un Dpcm né tantomeno esentare dall’obbligo di avere con sé l’autocertificazione, da esibire su richiesta delle Forze dell’ordine. Della serie: dura lex sed lex ("La legge è dura, ma è legge"). I Comuni possono limitarsi a regolare eventuali spostamenti tra paesi limitrofi solo per specifici motivi, come ad esempio hanno fatto Taormina, Giardini, Letojanni e Castelmola limitatamente all’accesso dei supermercati comprensoriali, specificando che “l’intesa non consente al cittadino di scegliere qualsiasi supermercato presente sul territorio ma consente di recarsi per gli approvvigionamenti più consistenti nel supermercato più vicino alla propria abitazione”, ad esempio da Mazzeo a Letojanni o da Trappitello a Giardini. Lo stesso Paratore, da sindaco di Antillo, ha firmato un’ordinanza che autorizza i dimoranti delle frazioni Mitta, Passo Carrera e Piano Vigne (comune di Casalvecchio) a circolare nel territorio antillese per provvedere all’approvvigionamento di beni di prima necessità e per far fronte alle altre quotidiane esigenze (accompagnamento di bambini a scuola, fruizione dei servizi postali e assicurativi, accudimento di animali e coltivazione di fondi), consentendo, nell’ambito dell’attività di volontariato, di prestare assistenza ad anziani, disabili e indigenti non appartenenti al nucleo familiare, in forma singola o associata e autorizzando a circolare ad Antillo le persone non residenti che hanno la necessità di accudire i propri familiari non autosufficienti e raggiungere i propri terreni, previa comunicazione al sindaco o alle Forze dell’ordine. La questione verrà discussa domani pomeriggio nel corso di un incontro tra i sindaci della zona jonica. Tra i cittadini, però, c’è già chi vorrebbe approfittarne pretendendo di spostarsi da un comune all’alto anche senza reali necessità, anche per futili motivi come magari raggiungere il supermercato del comune vicino solo per acquistare un prodotto in promozione che però è presente anche negli esercizi del comune di residenza, dimenticando che i contagi sono in aumento e la situazione sanitaria è sempre più complicata e dunque i movimenti vanno limitati. Tutti gli spostamenti consentiti sono comunque già stati chiariti dalla Presidenza del Consiglio con le risposte alle domande più frequenti che abbiamo riportato ieri (QUI L’ARTICOLO) e dunque continuare a chiedere alle autorità locali di allargare le maglie rischia solo di essere un pretesto per apparire o per qualche sindaco di continuare a cercare visibilità a livello regionale e nazionale, magari inviando lettere al Governo centrale chiedendo ciò che non è possibile ottenere.