Da due anni vive sotto un ponte dell'A18: "Tutti parlano ma nessuno mi aiuta" - FOTO
di Andrea Rifatto | 19/08/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 19/08/2023 | ATTUALITÀ
5993 Lettori unici
Gheorghe nella sua baracca sotto il viadotto
“Tutti parlano, ma nessuno mi aiuta”. Gheorghe è disperato. Ormai da quasi due anni e mezzo vive sotto il ponte dell’autostrada Messina-Catania ad Alì Terme, sulla sponda sinistra del torrente Fiumedinisi che separa da Nizza di Sicilia, e non riesce a trovare una sistemazione dignitosa che gli consenta di lasciarsi alle spalle la situazione inaccettabile in cui si trova. La sua storia in Italia inizia vent’anni fa, quando arriva dalla Romania, poi giunge con la moglie e i tre figli a Roccalumera, ma un paio d’anni addietro i rapporti con la donna si interrompono e dopo un periodo in affitto si ritrova oggi a 53 anni solo e senza casa. Sotto il viadotto dell’A18 ha creato una baracca con due locali utilizzando vecchie tapparelle, pannelli di legno e teli, creando una piccola cucina e una stanza da letto, ma in estate il caldo è soffocante e il letto viene spostato all’esterno. “Vivo così dal 2021, senza luce, acqua e bagno - ci racconta Gheorghe accogliendoci nella sua baracca tenuta in ordine - riesco a recuperare un po’ d’acqua per lavarmi e cucinare quando scorre in un canale di irrigazione dei campi qui a fianco, mentre in inverno, quando piove, raccogliendola dagli scarichi dell’autostrada. Sono malato e non posso più vivere così, chiedo da anni un aiuto ma le istituzioni non mi vengono incontro”. Il 53enne percepisce un reddito di cittadinanza da 500 euro al mese e riesce a lavorare solo poche ore al giorno, svolgendo piccole attività nelle campagne della zona perchè le sue condizioni di salute non gli consentono di fare sforzi, visto che soffre di cardiopatia ipertensiva, oltre che di depressione e insonnia. A breve rischia però di perdere il sussidio statale, visto che l’ultima residenza che aveva a Roccalumera gli è stata cancellata in quanto ormai non vive più in quel comune, ma ad Alì Terme potrebbe essere accolta la sua richiesta di essere iscritto all’anagrafe con la residenza all’interno della casa municipale, diritto che spetta alle persone senza fissa dimora. Al senzatetto è stata riconosciuta un’invalidità del 55% e ha presentato ricorso, assistito da un legale, per poter quantomeno ottenere una pensione: “Posso pagare un affitto fino a 200 euro al mese, non importa in quale comune ma mi basta avere un alloggio - è l’appello che lancia alle comunità della zona - sono stato anche dal sindaco di Alì Terme e ho raccontato la mia situazione, ma tutti mi dicono che non ci sono case popolari. Se ci fosse una famiglia del posto in strada come farebbero?”. Le sue giornate passano così in giro in bicicletta e sotto quel viadotto divenuto ormai la sua casa, con tre cani a fargli compagnia, circondato da rifiuti abbandonati spesso nel torrente da mezzi di passaggio che Gheorghe segnala anche alle autorità, quasi come una sentinella, con il timore costante di essere cacciato da un momento all’altro. Tra non molto arriverà un altro inverno e anche se Gheorghe sostiene che riesce a difendersi dal freddo, non può continuare a vivere sotto quel ponte ma bisogna garantirgli un’esistenza dignitosa. Al più presto e senza indugiare ancora.