Da Roma a Lampedusa in kayak con la Madonna di Loreto: tappa a Sant'Alessio
di Andrea Rifatto | 28/07/2017 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 28/07/2017 | ATTUALITÀ
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Rabboni con Aliberti, Basile, Costa e un alessese
Dal Vaticano a Lampedusa via mare. Ha fatto tappa anche a Sant’Alessio Siculo l’impresa di Roberto Rabboni di Chiaravalle (Ancona), partito il 28 giugno da piazza San Pietro per poi salpare da Ostia a bordo di un kayak doppio con una statua della Madonna di Loreto da consegnare a don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa. Sulla spiaggia di Sant’Alessio Rabboni e i compagni di viaggio sono stati accolti dal presidente del Consiglio Domenico Aliberti, dal consigliere Pina Basile e dal presidente della Lega Navale Italiana Capo S. Alessio-Capo Alì, Santi Mauro Costa, che hanno contribuito all’assistenza per due giorni del gruppo, ospitato dal parroco don Luciano Zampetti nei locali dell’oratorio. Martedì sera la statua è stata portata nella chiesa Madonna delle Grazie, dove è stata celebrata una messa alla presenza di amministratori e devoti della Madonna di Loreto, giunti anche dai comuni vicini, e ieri Roberto Rabboni salperà a bordo del suo kayak verso la costa catanese: l’arrivo a Lampedusa dovrebbe coincidere con la festa dell’Immacolata Concezione, il 15 agosto. Rabboni non è nuovo ad avventure del genere: tra giugno e agosto 2014 ha infatti compiuto un pellegrinaggio in canoa da Loreto (Porti Recanati) fino a piazza San Pietro a Roma, dove ha consegnato a Papa Francesco una statua della Madonna di Loreto, la stessa che sta adesso conducendo verso l’estrema punta della Penisola. “La Madonna di Loreto ha viaggiato dalla sua terra di origine per arrivare poi a Loreto, proprio come fanno tutti quelli che approdano a Lampedusa” – ha spiegato Rabboni – e crediamo che l’immagine della Madonna di Loreto raggiunge i cuori per sostenere l’animo portando speranza ed accoglienza. A don La Magra saranno consegnati 2mila euro grazie alla collaborazione con la onlus “Il leone che ride” di cui Rabboni è presidente. L’obiettivo del viaggio è sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno della migrazione e sull’aiuto ad esseri umani che lasciano la loro terra sperando in una possibilità di vita migliore. “Un modo per gridare al popolo lampedusano che siamo orgogliosi di loro, per portargli l’appoggio di tutte le persone che si incontreranno durante il percorso, per pregarli di resistere e di continuare ad aiutare il prossimo come fanno quotidianamente – aggiunge Rabboni – e per ringraziare, la Guardia Costiera, la Croce Rossa, i Carabinieri, la Polizia di stato, la Guardia di Finanza e tutti coloro che prestano servizio e soccorso in mare”. I canoisti saranno seguiti da una autobile per il soccorso in caso di pericolo mentre per il supporto logistico e l’accoglienza terreste si appoggiano alle sedi della Lega Navale Italiana.