Dal ricordo di Tusa all'archeologia d'Agrò: e l’abbazia passa al Parco di Naxos-Taormina
23/06/2019 | ATTUALITÀ
23/06/2019 | ATTUALITÀ
2044 Lettori unici
Il tavolo dei relatori all'abbazia
Per ricordare l’ex assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa non il classico minuto di silenzio, ma piuttosto un minuto di… parola, la sua, quella tratta da un’intervista in cui l’archeologo siciliano chiude con l’affermazione che deve costituire il motto di ogni operatore culturale: “Il dovere di divulgazione è la mia stella polare”. É iniziata con questa originale “commemorazione” la V edizione di “Miti, poeti, pittori e Santi nella Valle d’Agrò – la riscoperta del genius loci”, l’evento che da cinque anni caratterizza il solstizio d’estate presso la basilica dei Santi Pietro e Paolo di Casalvecchio Siculo. Un momento di consuntivo e proposta che finora ha portato fortuna “perché le idee fermentate in questo giorno si sono sempre avverate”, come ha detto l’architetto Ketty Tamà, ideatrice e coordinatrice del progetto e che ha moderato il convegno insieme all’avvocato Filippo Brianni, presidente di Archeoclub Area Ionica Messina, che ha organizzato l’evento col patrocinio del Polo Museale di Messina, dell’Ordine degli Architetti di Messina (intervenuto col presidente Caterina Sartori) e del Collegio Geometri di Messina, oltre alla collaborazione dei Lions Club Letojanni Valle d’Agrò (con il saluto di Marina Scimone, prossima presidente), del Comune di Casalvecchio (con l’assessore alla cultura Marcella Russo) e della parrocchia casalvetina (don Alessandro Malaponte) e di Naxoslegge, guidata da Fulvia Toscano, che è anche presidente di Archeoclub Taormina-Naxos. L’abbazia passa al Parco archeologico di Naxos-Taormina. Al meeting ha preso parte anche la dottoressa Gabriella Tigano, ad una delle sue prime uscite pubbliche quale nuova direttrice del Parco archeologico di Naxos-Taormina, nel quale è confluita anche l’abbazia dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò, prima di competenza del Polo Museale di Messina. La neo direttrice ha assicurato l’impegno del Parco, anche sul piano finanziario, per la bsilica agrillina e che sarà valutata anche la proposta di Archeoclub di realizzare un museo digitale nei locali annessi alla Basilica. La decisione scaurisce nel'ambito di una rimodulazione dell'assetto organizzativo del Dipartimento regionale beni culturali. La ristampa del vangelo medievale e gli scavi di Scifì. Il convegno si è aperto subito con una sorpresa: la consegna all’altare di un vangelo medievale scritto nella basilica e ora ristampato in formato cartaceo, dopo esser stato riportato in formato digitale in Basilica dell’Escorial dove si trovano gli originali. Le informazioni sul Vangelo e sull’impatto della cultura greca sull’abbazia sono state fornite da Ketty Tamà, anche per conto di don Alessio Mandanikiotis, con interessanti e suggestivi collegamenti tra luce “fisica” – quella utilizzata dai monaci-architetti per orientare la Basilica – e quella spirituale, in grado di custodire il genius loci. E il Vangelo non è stata l’unica novità per il territorio. La seconda è giunta dalla relazione dalla professoressa Grazia Spagnolo e della dottoressa Antonella Santostefano, le quali, tra l’altro, hanno annunciato un progetto di ricognizione archeologica che nei prossimi mesi l’Università di Messina condurrà sul territorio, partendo dal sito archeologico di Scifì ed espandendosi poi per le tracce archeologiche presenti, in particolare la viabilità romana da Casalvecchio Siculo a Forza d’Agrò e Gallodoro. La prof.ssa Spagnolo, tra l’altro, ha già operato sul sito di Scifì con una compagna di scavi nell’ormai troppo lontano 2002. La ricognizione avverrà con metodi tradizionali e tecnologici, compreso l’uso del geoscanner. Il relitto di Capo Sant’Alessio, storia e futuro. Sulle tracce di Tusa è andato anche il geometra Santino Mastroeni, che con una relazione dal titolo “Navi sommerse all’ombra dell’Arghennon Akron” ha presentato dettagli e risultati delle prospezioni subacquee condotte a Capo Sant’Alessio a fine anni ’90, quando guidava Archeoclub, di cui era anche consigliere nazionale. In quell’occasione, sui fondali si immersero i subacquei di Marenostrum (la sezione di archeologica subacquea di Archeoclub) con i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, in un progetto che coinvolse anche istituzioni, privati e guardia costiera. Ne vennero fuori anfore e riprese che ora il Comune di Sant’Alessio, in collaborazione con Archeoclub, vorrebbero far rivivere quanto meno in una struttura museale digitale che potrebbe nascere a Villa Genovesi. Era già stata avviata un’interlocuzione con Sebastiano Tusa quando era Soprintendente del Mare, che l’assessore comunale alessese, Rosario Trischitta, ha assicurato verrà ripresa. Alla scoperta di come fu progettata l’abbazia. “SS. Pietro e Paolo: disegni invisibili” è stato il contributo tecnico offerto della professoressa Marinella Arena dell’Università di Reggio Calabria, che ha eseguito uno studio sulle strutture della basilica attraverso il quale è risalita ai “disegni” realizzati per costruirla, alla possibili soluzioni tecniche progettate per la realizzazione delle varie parti della struttura, fornendo così importantissimi informazioni su alcuni aspetti particolari, come la presenza di tecniche e simboli coranici nella costruzione della più piccola delle due cupole. Briguglio: “La Regione c’è”. Ha chiuso i lavori l'on. Carmelo Briguglio, capo della segreteria particolare dell’Assessorato regionale ai Beni Culturali, cercando di fare sintesi dei tanti spunti culturali offerti dal convegno ma anche dalla sensazione di abbandono rappresentata dagli operatori culturali del territorio e dalle tante proposte e richieste che negli ultimi tempi raggiungono gli organi di governo in modo sempre più dettagliato e anche stimolante (in particolare, il riferimento al museo esperienziale). Briguglio ha ricordato la presenza di Tusa nell’abbazia il 28 novembre e come Tusa avesse già tracciato una strada che l’Assessorato continua a percorrere; in questa ottica si pone la scelta di far trasmigrare l’abbazia sotto la competenza del Parco di Naxos. Briguglio ha anche elogiato l’attività delle associazioni sul territorio ed ha anche offerto la piena collaborazione della struttura regionale rispetto a iniziative e progetti riguardanti tutti i profili di valorizzazione dell’Abbazia. La soddisfazione di Archeoclub. “Un altro solstizio pieno di luce per la nostra Abbazia. Dopo gli importanti risultati raggiunti – ha detto Filippo Brianni - speriamo di poterne cogliere ancora prima del prossimo solstizio, l’anno prossimo. È stato un convegno molto operativo, si sono lanciati molti input, tutti fattibili, anche per la qualità degli interlocutori, dall’Università al Parco di Naxos, siamo fiduciosi. Un grazie particolare alla responsabile del progetto Ketty Tamà, che rende tutto ciò possibile, ai Lions che condividono con noi questa avventura ed al Comune di Casalvecchio che non si stanca mai di sopportarci e supportarci”.