De Luca: "I primi anni mi maledicono, a Taormina voglio fare ciò che non ha fatto nessuno"
di Andrea Rifatto | 13/08/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 13/08/2024 | ATTUALITÀ
1926 Lettori unici
De Luca con il presidente Composto e il consigliere Gullotta
«I primi due anni con me sono così, la gente mi maledice ma il cambio di passo c’è». A poco più di un anno dal successo elettorale che lo ha incoronato sindaco con oltre 4.000 voti, pari al 63,5%, a Taormina ci sono parecchi cittadini pentiti della loro scelta e delusi dall’Amministrazione, ma Cateno De Luca non si scompone: «Non sono una persona che si impressiona dalle reazioni - ci spiega - perchè le cose si devono fare e basta, questa è la mia linea e la sto portando avanti anche a Taormina». Con un sogno già ben chiaro: «Voglio fare qui quello che nessuno ha avuto la voglia o la capacità di fare». Una legislatura iniziata con la manovra Salva Taormina, che ha portato una raffica di aumenti di canoni, concessioni e tariffe: «È stata pesante - ammette De Luca - ma l’ho dovuta mettere in campo per uscire dal dissesto e avere anche quelle risorse per cominciare a dare risposte immediate alle emergenze. Ciò abbinato a circa 30.000 avvisi di accertamento inviati ai ricchi evasori, di recente con un noto albergo abbiamo chiuso un accordo transattivo da 4,5 milioni di euro per acqua, rifiuti e Imu non versati negli ultimi cinque anni, in prativa non aveva mai pagato. Ho trovato un Comune dove su 7.000 utenze idriche 2.200 sono intestate ai defunti e di questi 1.400 pagano e il resto no, essendo deceduti. Questo è il sistema Taormina, cose che si trascinano da 30 anni, e sono andato spesso alla Guardia di Finanza perchè quello che mi è capitato sotto mano mancava nella mia esperienza complessiva. Taormina, anche a distanza di un anno e nonostante la mia esperienza, non finisce di stupirmi - prosegue il sindaco - e chissà ancora quello che uscirà fuori. Ma va bene così, d’altronde far fallire Taormina, una realtà nella quale dove scavi trovi oro, significa veramente che c’è stato un sistema conclamato negli anni, trasversale, che l’ha portata a questo». Cosa accadrà fra quattro anni non sembra preoccupare Cateno De Luca, che pensa piuttosto a raggiungere importanti risultati: «Il popolo è sovrano e non amministro i palazzi municipali per il consenso - mette subito in chiaro - me lo conquisto con i buoni risultati ma non accondiscendendo o facendo la brutta fotocopia di chi mi ha preceduto, non è quello il mio compito. Penso che tra un anno discuteremo di altre cose, sto preparando le linee del piano strategico dove emerge un fabbisogno di 150 milioni di euro per portare Taormina alla normalità, risorse da spendere per la rete idrica, i serbatoi oggi in condizioni pietose, per costruire almeno 2.000 posti auto con quattro parcheggi di quartiere da 200-300 posti, compresa la frazione Mazzeo, realizzabili in tre anni tra iter e lavori, perchè non è pensabile organizzare eventi per 4.500 posti al Teatro Antico e avere ufficialmente 2.000 posti auto, compresi quelli dei residenti: tutto questo gioco deve finire e per farlo servono investimenti”. L’uscita dal dissesto finanziario aiuterà a governare la città: «Significa mettere in moto un modello organizzativo, con le partecipate che si andranno a costituire, e utilizzare l’elevata capacità di indebitamento - sottolinea il sindaco De Luca - ma serve la fase di start up per avviare un meccanismo virtuoso. L’addio al dissesto ci consente di attivare una nuova fase e nonostante finora abbia amministrato con il freno a mano alzato si è notata la mia presenza».