Degrado e abbandono, tre Comuni provano a salvare i corridoi ecologici dell'Agrò
di Andrea Rifatto | 15/10/2017 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 15/10/2017 | ATTUALITÀ
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L'ingresso del corridoio ecologico a Sant'Alessio
Troppi anni di abbandono, con strutture distrutte e scarsamente fruibili. Adesso tre comuni provano a sistemare e riqualificare i corridoi ecologici Val d’Agrò, opera realizzata nel 2007 lungo il torrente Agrò tra Sant’Alessio e Forza d’Agrò (sponda destra) e S. Teresa e Casalvecchio (sponda sinistra) grazie a un finanziamento di quasi 4 milioni di euro, intercettando un finanziamento regionale a valere sulla programmazione 2014/2020. L’accordo è stato siglato nei giorni scorsi da Savoca (capofila) Casalvecchio e Sant’Alessio, che hanno approvato un protocollo di intesa per partecipare al bando Psr Sicilia-sottomisura 7.5 “Sostegno a investimenti di fruizione pubblica in infrastrutture ricreative, informazioni turistiche e infrastrutture turistiche su piccola scala”, che assegna contributi fino all’importo di 200mila euro. Il progetto, che prevede la riqualificazione e la sistemazione di sentieri e itinerari ricadenti nel territorio di competenza dei centri, è stato elaborato dal Comune di Savoca, che l’ha inserito nel Piano triennale delle Opere pubbliche: le tre amministrazioni hanno concordato di assumere un impegno di spesa di 500 euro ciascuno per fare fronte ai costi di redazione degli elaborati e partecipazione al bando. Oltre alle tre municipalità, sono stati coinvolti il Distaccamento del Corpo forestale savocese, l’Istituto comprensivo e l’Istituto superiore “Caminiti-Trimarchi” di S. Teresa, le parrocchie di San Francesco di Paola, Casalvecchio e S. Alessio, che parteciperanno alla pianificazione delle attività che sarà possibile effettuare lungo i corridoi ecologici, in una sinergia tra amministrazioni, scuole, chiese ed altri enti in modo da rendere funzionali a vari usi le strutture esistenti. Tra queste le due cavee a S. Alessio e Casalvecchio, mai pienamente sfruttate anche per motivi di inagibilità, e i ponti in legno che collegano le due sponde a valle e a monte del percorso, che necessitano di manutenzione urgente visto il pessimo stato di conservazione. Ciò che è mancato in questi anni è stata infatti la gestione e manutenzione dell’opera, di competenza dei comuni ma effettuata solo di rado e anche da altri enti, tra cui l’Unione dei Comuni Valli Joniche dei Peloritani.