Democrazia partecipata, 13 Comuni perdono 55mila euro per non aver coinvolto i cittadini
di Andrea Rifatto | 14/03/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 14/03/2024 | ATTUALITÀ
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Il Comune di Taormina dovrà restituire l'intesa somma
Tredici comuni tra Jonica e Alcantara dovranno restituire alla Regione i fondi 2021 assegnati per la democrazia partecipata, cioè il 2% sul totale delle somme di parte corrente trasferite ogni anno che deve essere speso con strumenti che coinvolgano la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune. La legge, infatti, prevede che qualora i cittadini non vengano interpellati, si attui la restituzione nell’esercizio finanziario successivo delle somme non utilizzate: esattamente ciò che è accaduto per il 2021 a tredici amministrazioni locali, che dovranno restituire all’Assessorato regionale delle Autonomie locali 55mila 646 euro a titolo di penale per la mancata o la parziale attivazione di forme di democrazia partecipata. Sette Comuni si sono visti decurtare l’intero importo per il mancato utilizzo: Alì 6mila 640 euro, Giardini Naxos 15mila 766 euro, Mongiuffi Melia 3mila 188 euro, Roccella Valdemone 3mila 308 euro, Savoca 3mila 988 euro, Scaletta Zanclea 8mila 072 euro e Taormina 11mila 916 euro (Comune che si trovava in stato di dissesto alla data del provvedimento di assegnazione). Altri sei enti, invece, solo delle quote che rappresentano la differenza tra gli importi minimi da spendere e quelli realmente spesi: Alì Terme ha ricevuto una penale da 1.181 euro per averne spesi 6mila 342 anzichè 7mila 524, Gallodoro da 295 euro (spesi 5mila 295 anzichè 5mila 590 euro), Graniti da 628 euro (spesi 5mila 199 anzichè 5mila 828 euro), Limina da 326 euro (5mila 915 anzichè 6mila 242), Malvagna dovrà restituire 16 euro per averne spesi 4mila 570 anzichè 4mila 586 e Mojo Alcantara è stato sanzionato per 322 euro perchè avrebbe dovuto utilizzare 3mila 860 euro e si è fermato a 3mila 537 euro. La Regione si è riservata di procedere ad irrogare ulteriori penali, qualora a seguito di verifiche, anche di tipo ispettivo, dovesse risultare che gli importi riportati nelle attestazioni prodotte dalle amministrazioni comunali non siano stati effettivamente spesi in conformità alla norma. Lo scorso 6 ottobre 2023 la Regione ha chiesto ai Comuni di attestare, mediante scheda di rilevazione dei dati, le spese sostenute individuate con forme di democrazia partecipata e l’8 marzo il Servizio 4 “Trasferimenti regionali agli Enti locali” ha relazionato sull’attività istruttoria svolta con riguardo alle attestazioni pervenute, stilando l’elenco degli enti inadempienti.