Giovedì 21 Novembre 2024
Sanzioni dalla Regione per non aver chiesto ai cittadini come spendere le somme


Democrazia partecipata, 15 comuni perdono 115mila euro. Record negativo Nizza di Sicilia

di Andrea Rifatto | 30/09/2016 | ATTUALITÀ

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Il municipio di Nizza di Sicilia

I tagli ai trasferimenti della Regione mettono in difficoltà i Comuni siciliani, costretti a fare salti mortali per far quadrare i conti. Gli stessi Enti che lamentano una continua diminuzione dei contributi si concedono però il lusso di perdere risorse a causa di proprie negligenze non imputabili agli organi centrali. È quanto accade con i fondi per la democrazia partecipata, cioè il due per cento sul totale delle somme di parte corrente trasferite ogni anno dalla Regione, che devono essere spesi con strumenti che coinvolgano la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune. In caso contrario, la legge prevede la restituzione degli importi nell’esercizio finanziario successivo. Esattamente ciò che è accaduto per il 2015 a 15 comuni jonici, che sono stati sanzionati dall’assessorato regionale delle Autonomie locali per un totale di 115mila 153 euro, visto che non hanno fatto decidere ai cittadini che tipo di iniziative utili alla collettività intraprendere, come ad esempio realizzare un’area giochi per bambini o creare aree wi-fi free.

In cima alla classifica dei Comuni “distratti” si piazza Nizza di Sicilia, che perde ben 20mila 728 euro; segue Taormina, sanzionata per 19mila 750 euro; Furci Siculo, rispetto ai 16mila 558 euro assegnati, ne ha spesi 4mila 860 e ne perde 11mila 698; Fiumedinisi aveva ottenuto 8mila 584euro ma ne impiegati mille 400, ricevendo una sanzione di 7mila 184 euro; Forza d’Agrò perde 3mila 319 euro visto che ha speso 2mila 400 su 5mila 719; Limina, che aveva ricevuto 6mila 372 euro, ne ha utilizzati solo mille ed è stato sanzionato per 5mila 372 euro; Mandanici perde mille 323 euro per aver speso 3mila 500 dei 4mila 823 euro assegnati; Sant’Alessio Siculo dovrà rinunciare a mille 165 euro (assegnati 4mila 665, spesi 3mila 500), mentre è andata bene al Comune di Savoca, che dei 3mila 809 in bilancio ne ha spesi 3mila 740, ricevendo una sanzione di 69,90 euro. Perdono risorse anche i Comuni di Alì (7mila 700 euro), Casalvecchio Siculo (7mila 032), Castelmola (7mila 753), Itala (9mila 366), Mongiuffi Melia (4mila 929) e Scaletta Zanclea (7mila 868). Tra i centri "virtuosi", che hanno speso cifre superiori a quelle assegnate integrandole con fondi propri, troviamo Alì Terme, che su 5mila 352 euro ne ha spesi 46mila 947; S. Teresa di Riva (assegnati 16mila 811, spesi 37mila 520); Pagliara (assegnati 8mila 912, spesi 10mila 991) e Roccafiorita, il più piccolo centro della Sicilia, che ha speso 11mila 850 euro rispetto ai 5mila 925 previsti.


COMMENTI

alessio sardo | il 01/10/2016 alle 15:19:10

Sinceramente scadente l'articolo si vede che chi ha scritto non ha idea di quando la regione sicilia ha stabilito tale norma e mi riferisco al momento contabile dei Comuni che già erano in fase consuntiva. A legge fatta, visto che i comuni già erano in fase consuntiva, l'unica cosa da fare era rendicontare presunte spese fatte in tale direzione, qualcuno ha fatto qualche avviso alla cittadinanza magari poi scaricando spese manifesti. Quindi come detto ogni Comune ha cercato di mettere spese già fatte non avendo tempo utile per farle. Il problema di voi che scrivere è che cercate di scrivere su tutto: cronaca nera, cronaca rosa, sport politica e ora anche bilanci senza avere però le basi di tutti questi argomenti. L'importante è scrivere anche se non si conosce l'argomento o le problematiche dietro. Ps: i comuni come dicevo hanno messo spese di ogni tenore quindi qualcuno risulta addirittura che ha speso anche di più....alla corte dei conti l'ardua sentenza

Andrea Rifatto | il 01/10/2016 alle 18:25:52

La legge regionale che stabilisce l'obbligo per i Comuni, dal 2015, di spendere almeno il 2% delle somme di parte corrente con forme di democrazia partecipata è la 5 del 28 gennaio 2014. Qui si parla dei fondi di parte corrente per l'anno 2015, che sono stati assegnati dalla Regione con Ddg del 28 ottobre 2015, data in cui nessun Comune aveva ancora approvato il Consuntivo 2015 visto che tutti hanno esitato i bilanci consuntivi nel 2016, tanto da costringere la Regione a inviare commissari ad acta. Chi ha rendicontato spese non conformi ne risponderà eventualmente nelle sedi opportune, ma ciò non cambia la natura della notizia, cioè le sanzioni stabilite dalla Regione.

Alessio | il 06/10/2016 alle 08:07:13

Con grande dispiacere continuo a leggere cose inesatte, ma il motivo e' sempre quello che ho detto qualche giorno fa, tutti scrivono di tutti e su tutto. Si fa ancora confusione su come funziona l'attuazione di una legge, cioè non è chiaro a mio avviso che a seguito a una legge ci sono poi le varie fasi attuative (posso essere disposizioni attuative, regolamenti altro), quindi chi scrive dovrebbe sapere almeno questo. Quindi inutile parlare di ottobre quando, mi scuso con chi scrive, non si ha contezza di quando realmente i comuni hanno avuto disposizioni e coscienza di cosa attuare e quindi si arriva alla case consuntiva di cui dicevo . Ps: non continuerò sempre qui a rispondere a nuovi commenti in quanto è difficile spiegare fatti tecnici a chi insiste sempre a citare leggi.

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