Democrazia partecipata, 5 comuni perdono 42mila euro. "Promossi" Savoca e Pagliara
di Andrea Rifatto | 02/05/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 02/05/2020 | ATTUALITÀ
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Cinque comuni tra Jonica e Alcantara dovranno restituire alla Regione siciliana i fondi assegnati per la democrazia partecipata dell’anno 2017, cioè il 2% sul totale delle somme di parte corrente trasferite ogni anno che devono essere spesi con strumenti che coinvolgano la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune. La legge, infatti, prevede che qualora i cittadini non vengano interpellati, i Comuni debbano tornare indietro le somme: esattamente ciò che è accaduto per il 2017 a cinque amministrazioni locali tra Jonica e Alcantara, che sono state sanzionate dall’Assessorato regionale delle Autonomie locali per un totale di 42mila 619 euro, visto che non hanno fatto decidere ai cittadini che tipo di iniziative utili alla collettività intraprendere, come ad esempio realizzare un’area giochi per bambini o creare zone wi-fi free, non comunicando alla Regione, che ha inviato diversi solleciti nei mesi scorsi, se le somme siano state spese e in che modo. In testa alla classifica dei Comuni “distratti”, inseriti nella graduatoria allegata al decreto del 29 aprile che rettifica quello del 20 dicembre, si trova Taormina, che dovrà restituire alla Regione 15mila 542 euro; seguono Francavilla di Sicilia con 15mila 217 euro, Santa Domenica Vittoria 6mila 487 euro, Alì Terme 5mila 162 euro e Antillo, che dovrà restituire solo 209 euro in quanto dei 6mila 209 da destinare alla democrazia partecipata ne ha spesi 6.000. Gli stessi Enti che lamentano una continua diminuzione dei contributi, dunque, si concedono il lusso di perdere risorse a causa di proprie negligenze, non imputabili certamente agli organi centrali. Dopo un’ulteriore rettifica del decreto di dicembre, sono stati estromessi dalla graduatoria dei Comuni sanzionati i centri di Pagliara e Savoca, che hanno regolarmente speso con forme di democrazia partecipata rispettivamente 8mila 912 e 2mila 600 euro, come dimostrato nelle scorse settimane dalle amministrazioni comunali.