Democrazia partecipata, 9 Comuni perdono 31mila euro per non aver coinvolto i cittadini
di Andrea Rifatto | 02/11/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 02/11/2022 | ATTUALITÀ
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La legge prevede il coinvolgimento della popolazione
Nove comuni tra zona jonica e valle dell’Alcantara dovranno restituire alla Regione siciliana i fondi (o parte di essi) assegnati per la democrazia partecipata dell’anno 2019, cioè il 2% sul totale delle somme di parte corrente trasferite ogni anno che deve essere speso con strumenti che coinvolgano la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune. La legge, infatti, prevede che qualora i cittadini non vengano interpellati si attui la restituzione nell’esercizio finanziario successivo delle somme non utilizzate secondo tali modalità: esattamente ciò che è accaduto per il 2019 a nove amministrazioni locali tra Jonica e Alcantara, che dovranno restituire all’Assessorato regionale delle Autonomie locali un totale di 31mila 649 euro a titolo di penale per la mancata o la parziale attivazione di forme di democrazia partecipata. Cinque Comuni si sono visti decurtare l’intero importo perchè il Dipartimento delle Autonomie Locali ne ha contestato il mancato utilizzo: Letojanni 4mila 991 euro, Limina 5mila 866 euro, Pagliara 7mila 861 euro, Santa Domenica Vittoria 6mila 276 euro e Sant’Alessio Siculo 4mila 489 euro. Altri quattro enti, invece, solo delle piccole quote che rappresentano la differenza tra gli importi minimi da spendere con forme di democrazia partecipata e quelli realmente destinati: Furci Siculo ha ricevuto una penale da 671 euro per averne spesi 14mila 403 anzichè 15mila 074, Itala da 539 euro (8mila 366 anzichè 8mila 906), Roccalumera da 935 euro (spesi 14mila 335 invece di 15mila 270) e Taormina dovrà restituire appena 21 euro per aver utilizzato 11mila 730 anzichè 11mila 752 euro; in quest’ultimo caso l’Assessorato Autonomie locali e Funzione pubblica aveva inizialmente applicato la sanzione per l’intero importo, salvo poi revocarla nei giorni scorsi dopo aver verificato che le somme sono state correttamente utilizzate. Un obbligo, quello della spesa del 2% delle somme di parte corrente trasferite dalla Regione con azioni che coinvolgono i cittadini, che ogni anno è difficile per le amministrazioni rispettare, in quanto agli avvisi emanati per chiedere alla popolazione di esprimersi rispondono solitamente pochissimi residenti e spesso i Comuni sono costretti a pubblicarli più volte fino a farli andare a buon fine e ottenere le indicazioni utili all’utilizzo del contributo.