Depuratore senza scarico a mare, il Consorzio Rete Fognante batte cassa: servono 6 milioni
di Andrea Rifatto | 26/11/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 26/11/2024 | ATTUALITÀ
349 Lettori unici
C’è un “pezzo” mancante da oltre vent’anni nel puzzle del sistema di depurazione fognaria dell’impianto di Giardini Naxos, dove vengono trattati anche i reflui provenienti da Taormina. Dal 2003, infatti, l'impianto Sud è privo della condotta sottomarina di scarico, il cosiddetto pennello a mare, distrutto da una mareggiata e mai ripristinato. Adesso la nuova governance del Consorzio per la Rete Fognante, presieduta da Alfredo Elia Mandri, ha posto come obiettivo quello di regolarizzazione dal punto di vista amministrativo lo stat dei depuratori, anche per ciò che riguarda le relativa autorizzazioni allo scarico dei reflui depurati rilasciate dalla Regione. L’ultimo documento rilasciato dal Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti risale ad aprile 2013 (ed è scaduto nel 2017) e stabilisce che “le acque reflue depurate possono essere scaricate a seguito della realizzazione della condotta sottomarina nel mar Jonio”, concedendo che nelle more della sua ricostruzione “potranno essere scaricate sotto costa”, ossia alla foce del fiume Alcantara, con l’obbligo del Comune di Giardini Naxos di emettere ordinanza sindacale di interdizioni alla balneazione nel tratto di mare in corrispondenza della foce per la salvaguardia della salute pubblica. Adesso Elia Mandri ha scritto ai quattro comuni consorziati, Taormina, Giardini Naxos, Letojanni e Castelmola e al custode giudiziario dell’impianto, spiegando che «malgrado si sia sempre avuta eco di progetti e/o finanziamenti per il ripristino di tale infrastruttura nella realtà, sin dall'insediamento, non si sono avuti riscontri certi di documenti e/o atti su cui fondare un concreto percorso burocratico amministrativo finalizzato al finanziamento ed alla ricostruzione della condotta». L’unica certezza che ha scoperto il Consorzio è l’esistenza di un contenzioso pendente con la società “Tecnoprogetti Suditalia” di Catania, per un valore di 171mila 070 euro oltre Iva, diritti e interessi legali per un incarico conferito nel 2004 inerente la redazione di un progetto esecutivo per il rifacimento della condotta emissaria sottomarina Sud. L’ente ha chiesto di poter ricevere gli elaborati progettuali e dalla documentazione è emerso che i costi previsti ammontavano a 5 milioni 607mila euro al 2019. «Questa Presidenza intende proporre al prossimo Consiglio di amministrazione - ha anticipato Elia Mandri ai destinatari - il conferimento di un incarico esterno per accertare la compatibilità della proposta progettuale (anche alla luce delle disposizioni legislative in materia di progettazione ed esecuzione di appalti pubblici dal 2004 ad oggi) e resterà in capo ai Comuni consorziati lo stanziamento delle somme necessarie, già quantificate nel 2019 in 5 milioni 607mila euro, nelle more di una definitiva verifica economico-finanziaria che il Consorzio avrà cura di definire entro 30 giorni. Una volta definite le verifiche, si procederà alla ripartizione delle somme necessarie in proporzione alle quote di competenza, stanziamenti imprescindibili per la realizzazione delle infrastrutture necessarie alla regolarizzazione amministrativa dello scarico dei reflui depurati».