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Dichiarazioni su Taoarte, il commissario Romano querela Eugenio Raneri
di Andrea Rifatto | 07/04/2015 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 07/04/2015 | ATTUALITÀ
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Eugenio Raneri e Filippo Romano
Mentre cittadini, politici e dipendenti sono in subbuglio per salvare il Comitato Taormina Arte dopo la decisione del commissario straordinario della Provincia di Messina, Filippo Romano, di avviare le procedure per la fuoriuscita della Provincia dall’ente culturale con il conseguente scioglimento dello stesso, la vicenda approda nelle aule di tribunale. La contesa, al momento, non riguarda però il destino del Comitato, che dopo 32 anni di storia rischia di sparire per far posto ad una Fondazione che lascia ancora molti dubbi. La “guerra” è scoppiata tra il commissario Romano ed Eugenio Raneri, consigliere comunale di Taormina, che nei giorni scorsi si era espresso sulla vicenda criticando aspramente la decisione del vertice di Palazzo dei Leoni di porre fine all’esistenza di Taoarte. Dichiarazioni pubblicate su un organo di stampa online il 31 marzo e che il viceprefetto nominato da Rosario Crocetta a capo della (ex) Provincia di Messina, “fermo restando l’inalienabilità del diritto di critica”, ha ritenuto “esulanti dai limiti di una corretta dialettica politico-amministrativa e con una valenza fortemente offensiva nei confronti della legittima attività dell’Ente e del suo legale rappresentante”. A spingere Filippo Romano ad “instaurare senza indugio idonea azione giudiziaria” per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti, a detta del commissario, dall'Ente da lui rappresentato, le parole pronunciate da Raneri sull’atto di indirizzo adottato per giungere alla predisposizione, con la massima urgenza, di uno schema di delibera per la fuoriuscita dal Comitato Taoarte, formato, oltre la Provincia, dal Comune di Taormina e dal Comune di Messina. Decisione definita “killeraggio politico” da Eugenio Raneri, che aveva poi dichiarato come “la jihad che il Commissario ipotizza di esercitare nei confronti della città di Taormina e della sua comunità, per quanto mi riguarda e mi compete, sarà rintuzzata con ogni mezzo legittimo e in ogni sede competente fino ad ottenere l’annullamento del suo mercenario integralismo”. Termini che sono costati una querela al consigliere comunale taorminese: il commissario Romano ha deliberato di affidare l’incarico all’avvocato Gaetano Callipo di Gioia Tauro (Rc), impegnando la somma di 2mila 500 euro affinché proceda nei confronti dell’esponente di Palazzo dei Giurati.