Giovedì 21 Novembre 2024
La proposta dell'arch. Salvatore Coglitore per il fabbricato Fs a S. Teresa di Riva


E se la stazione divenisse un "Museo della memoria"?

di Gianluca Santisi | 17/09/2014 | ATTUALITÀ

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La stazione ferroviaria di S. Teresa di Riva

Sembrano lontani i tempi in cui bigliettai e responsabili delle Ferrovie dello Stato erano presenti nelle stazioni, figure di riferimento per i viaggiatori che quotidianamente utilizzano il treno come mezzo di trasporto. Negli anni la tecnologia ha preso il loro posto, e i locali che un tempo ospitavano servizi per l'utenza sono rimasti spesso in stato di abbandono, in molti casi preda di vandali. Da alcuni anni Rete Ferroviaria Italiana, società del gruppo Ferrovie dello Stato che si occupa della circolazione ferroviaria e delle infrastrutture annesse, ha avviato un progetto per dare in concessione, attraverso un comodato d’uso gratuito, i locali non più utilizzati all’interno delle stazioni ferroviarie. Per le piccole stazioni a bassissima frequentazione, prive di possibilità di sviluppo commerciale, Rfi ha infatti pensato che affidare i locali a enti locali o associazioni no profit, in cambio della piccola manutenzione, della sorveglianza e della pulizia del fabbricato, potesse rappresentare un modo di ridare vitalità a spazi non più funzionali all’esercizio ferroviario: una possibilità per far nascere spazi nuovi da destinare ad attività sociali, culturali, di assistenza, come ad esempio, esposizioni artistiche, accoglienza turistica, ludoteca, riunioni di quartiere, protezione civile, vigili urbani, assistenza ai disagiati, pro-loco. A S. Teresa di Riva si è pensato a qualcosa di diverso. E se la stazione ferroviaria ospitasse un museo della memoria cittadina? La proposta, che ha già riscontrato parecchi consensi, viene dall'architetto Salvatore Coglitore, studioso di storia locale. “Vista la disponibilità da parte delle Ferrovie per l’uso gratuito delle piccole stazioni per scopi culturali – ha spiegato Coglitore - credo sia proponibile realizzare nella stazione di S. Teresa un “Museo della memoria” dove collocare nel tempo ciò che ha rappresentato la nostra storia, seppur recente e quindi le nostre radici culturali”. L'arch. Coglitore entra nei dettagli. “Ad esempio – continua - si potrebbero realizzare, se l’idea va in porto, delle sezioni a tema, come: l’autonomia comunale, le attività commerciali, la coltura del limone, la presenza degli alleati nel 1943, ect.” Salvaguardare e valorizzare queste nostre memorie ormai sopite è soprattutto un dovere di chi ci amministra e non solo. Il nostro bene culturale più grande, più importante e, purtroppo, più in pericolo di smarrimento, è la memoria strettamente connessa alla nostra cultura, singola e collettiva. E uno dei luoghi deputati alla conservazione e fruizione di questa memoria – conclude Salvatore Coglitore - è proprio il museo”. La durata ordinaria di un comodato è da cinque a nove anni: in tutta Italia sono numerosi gli esempi di stazioni che hanno trovato una nuova destinazione. In casi particolari, la durata del contratto può essere estesa a fronte di importanti impegni finanziari sostenuti dal comodatario per la ristrutturazione degli immobili affidati. La parola passa adesso all'Amministrazione comunale.


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