Edilizia, a Messina e provincia perse 157 imprese in sei mesi
di Andrea Rifatto | 10/10/2016 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 10/10/2016 | ATTUALITÀ
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Nei primi sei mesi del 2016, in provincia di Messina, hanno cessato l’attività 157 imprese edili. Il dato emerge dai risultati sull’analisi delle aziende, diffusi della Camera di Commercio e riferiti al secondo trimestre dell’anno in corso (1 aprile-30 giugno). Un settore, quello edile, che continua a subire le conseguenze della crisi e che chiude il primo semestre 2016 con un trend decisamente negativo. Rispetto alle 8.588 aziende operanti dell’edilizia iscritte nel 2015, si è passati alle 8.431 attualmente registrate fino a giugno, in attesa di conoscere i dati del terzo trimestre. Un calo dovuto alla staticità del mercato immobiliare e alla diminuzione della domanda privata di nuove costruzioni: a ciò si aggiunge la scarsità di bandi capaci di fare muovere l’edilizia pubblica e dunque l’assenza di investimenti capace di generare ricadute positive sull’indotto e soprattutto sull’occupazione. “La crisi dell’edilizia e dell’intero sistema delle produzione per un territorio caratterizzato da un’economia statica, legata all’assenza di nuovi bandi ed alle opere pubbliche bloccate, oltre che dall’analisi delle imprese è testimoniata da tempo dai rapporti e denunce delle organizzazioni sindacali – spiega Alfio Pagliaro, segretario generale della Camera di commercio – un trend negativo che ha portato alla cessazione di migliaia di imprese ed alla perdita di altrettanti posti di lavoro”. La crisi investe anche il settore delle attività manifatturiere, agricoltura, silvicoltura e pesca, dove si registra un calo legato alla stagnazione delle richieste di mercato ed all’eccessiva modernizzazione delle attrezzature che caratterizzano il comparto rurale. “L’agricoltura esce dai vecchi schemi della tradizione contadina e rivoluziona i vecchi sistemi legati alla coltivazione della terra con la nascita di macchinari all’avanguardia frutto dell’alta tecnologia che entra anche nel mondo dell’agricoltura – evidenzia Pagliaro – sistemi talmente sofisticati che scoraggiano gli stessi imprenditori abituati all’uso di macchinari meno complessi e moderni. Per risollevare le sorti di Messina bisogna trovarle un’identità che non può essere industriale, primato che spetta a Catania. Basta guardare la nostra costa per capire che il futuro sta nel turismo, l’unico settore che chiude in positivo. Per fare turismo occorre migliorare l’aspetto della città, penso a una maggiore pulizia di strade, parchi e spazi pubblici e soprattutto dal miglioramento della rete dei trasporti”.