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Elezioni, a Savoca e Limina violate le regole: Consigli comunali oltre il termine massimo

di Andrea Rifatto | 20/09/2020 | ATTUALITÀ

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Il Consiglio comunale del 2 settembre a Savoca

A Savoca e Limina è ormai entrata nel vivo da dieci giorni la campagna elettorale per le Amministrative del 4 e 5 ottobre, disciplinata da precise regole che però non tutti sembrano rispettare. L’ordinamenti degli enti locali vigente in Sicilia (art. 31, comma 3, della legge 8 giugno 1990, n. 142, introdotto con l’art. 1, della l.r. 11 dicembre 1991, n. 48) prevede infatti che dal 45esimo giorno precedente la votazione (in questo caso dal 20 agosto) i Consigli comunali devono limitarsi ad adottare gli atti urgenti ed improrogabili: una norma ispirata dalla necessità di evitare che il Consiglio possa condizionare la formazione della volontà degli elettori adottando atti di natura cosiddetta “propagandistica”, tali da alterare la par condicio tra le forze politiche che partecipano alle elezioni. In entrambi i paesi, però, le cose non stanno andando proprio così. A Savoca il Consiglio si è riunito il 2 settembre e all’ordine del giorno predisposto dal presidente Massimo Stracuzzi, candidato sindaco dell’Amministrazione uscente, oltre ad una variazione di bilancio che potrebbe rientrare tra gli atti urgenti ed improrogabili, è stata inserita l’individuazione di uno spazio in municipio da intitolare agli ex amministratori (votato favorevolmente all’unanimità) e la consegna di riconoscimenti ai dipendenti andati in pensione nel quinquennio 2015-2020, atti entrambi non urgenti ed improrogabili. Allo stesso modo non lo era il resoconto dell’attività del mandato sindacale del primo cittadino Nino Bartolotta, che ha esposto al Consiglio gli obiettivi raggiunti dalla sua Amministrazione, vantandone l’operato. Un documento di natura politica (con qualche stoccata agli avversari poi sparita dalla versione ufficiale allegata alla delibera) e non certamente la relazione tecnico-contabile sulla situazione finanziaria e patrimoniale del Comune prevista dal D. Lgs. 149/2011, a cui Bartolotta fa riferimento nell’introduzione, che viene redatta dal responsabile del Servizio finanziario o dal segretario, sottoscritta dal sindaco e inviata agli organi di controllo, come la Corte dei conti. Nessuna norma, in ogni caso, dispone che il sindaco relazioni a fine mandato in Consiglio. 

Una situazione analoga si sta verificando a Limina, dove il presidente del Consiglio Angelo Saglimbeni ha convocato una seduta per martedì 22 (non in municipio ma nel più ampio Centro Polifunzionale, ufficialmente per l’emergenza Covid-19) con all’ordine del giorno l’approvazione dei verbali della seduta precedente e la relazione di fine mandato del sindaco Marcello Bartolotta, anche in questo caso un documento politico (come confermatoci dal primo cittadino). Non si comprende perchè, ad esempio, vista la volontà di convocare una seduta consiliare, non sia stata inserita all’ordine del giorno anche la proposta presentata a fine aprile da tre consiglieri di minoranza per chiedere una variazione di bilancio e stanziare 17mila euro per aziende e artigiani. Tra l’altro la Legge 28/2000 vieta alle amministrazioni pubbliche, dalla convocazione dei comizi alla chiusura del voto, di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni, così come la Legge 81/1993 vieta la propaganda di qualsiasi genere, ancorchè inerente all’attività istituzionale, nei 30 giorni antecedenti la campagna elettorale e per tutta la durata della stessa: nel primo caso l’Agcom può irrogare una sanzione che consiste nell'obbligo della pubblicazione all'albo pretorio e sul sito istituzionale dell'ente del provvedimento dell'Autorità con la quale si certifica la non conformità a legge del comportamento della Pubblica Amministrazione inadempiente, nel secondo può invece scattare una sanzione da 500 a 25mila euro.


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