Erosione costiera a Santa Teresa, la natura sbeffeggia la burocrazia tra attese e ritardi
di Andrea Rifatto | 13/02/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 13/02/2023 | ATTUALITÀ
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I danni dell'ultima mareggiata
I tempi della natura e i tempi dell’uomo non coincidono, è ormai noto. Ma se il confronto è con i tempi della burocrazia il paragone è ancora più impietoso. Da circa quindici anni a Santa Teresa di Riva il fenomeno dell’erosione costiera viene preso seriamente in considerazione, ma nonostante sia pronta la cura per combatterlo ancora non si riesce a somministrarla e le condizioni di salute del malato, il litorale, continuano a peggiorare. Negli ultimi 40 anni la linea di costa è arretrata anche di 70 metri e la mareggiata dei giorni scorsi ha portato le onde ad abbattersi violentemente sul lungomare provocando danni che fanno crescere la preoccupazione e allo stesso la rabbia, perchè il paese si trova impotente davanti la forza della natura. Le mareggiate continuano a rosicchiare centimetri di spiaggia e ad abbassarne il livello, con un grave danno per una località che punta sul turismo, ma delle tanto attese opere di salvaguardia dall’erosione non c’è ancora traccia. Gli interventi previsti, infatti, tardano a partire, nonostante l’appalto per la progettazione e la realizzazione dei lavori sia stato affidato nel marzo del 2021, grazie al finanziamento da 10,6 milioni di euro assegnato dalla Regione con le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020. A gestire la procedura è il Commissario delegato contro il dissesto idrogeologico in Sicilia, che lo scorso anno ha ricevuto il progetto esecutivo redatto dalle società “Omniservice Engineering Srl” di Aragona (Agrigento), “Geotechical Design Group Srl” di Roma, dal geologo Orazio Barbagallo di Acireale e dall’ingegnere Erasmo Vella di Trapani, incaricati nell’agosto 2021 dal “Consorzio Ciro Menotti” di Ravenna, che due anni fa si è aggiudicato l’appalto integrato da 5,8 milioni di euro per progettazione esecutiva ed esecuzione delle opere. L’apertura del cantiere, che sembrava dietro l’angolo, resta però un miraggio. La procedura dovrebbe andare avanti con la fase di valutazione dell’ impatto ambientale, ma sul portale dedicato dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente non risulta finora avviato l’iter per l’ottenimento della Via e della verifica di assoggettabilità, un percorso che spesso può protrarsi anche per un anno tra esame dei pareri e della documentazione da parte della Commissione tecnica-specialistica. Se così fosse, di questo passo si rischia di dover trascorrere anche il 2023 senza che possano essere avviati i lavori per le opere di protezione della costa santateresina e nel frattempo assistere ad un mutamento dello stato dei luoghi, se l’azione erosiva della costa dovesse progredire. L’intervento prevede la posa di 14 pennelli lunghi tra 60 e 65 metri, costituiti da scogli, con un doppio strato di massi per “intrappolare” i sedimenti marini e proteggere dalle mareggiate e il successivo ripascimento emerso del litorale (per una lunghezza di 3,3 km) e quello sommerso dei tratti intermedi con i sedimenti prelevati nel torrente Savoca, per un totale di circa 80.000 metri cubi, con granulometria compatibile con la spiaggia, così da mitigare anche il rischio esondazione del corso d’acqua. Ma finora di ruspe in azione vediamo solo quelle impegnate sul lungomare a rimuovere la sabbia riversata dalle onde, mentre piazzette e muretti continuano a cedere sotto i colpi della natura che sbeffeggia la burocrazia.