Estate al giro di boa, il bilancio degli operatori turistici: non tutto sembra perduto
di Andrea Rifatto | 10/08/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 10/08/2020 | ATTUALITÀ
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Cisto, Trovato, Tono e Foti
È un’estate segnata dalla pandemia quella che si sta vivendo nella riviera jonica, che oltre a condizionare la vita di residenti e vacanzieri sta incidendo profondamente sulle attività imprenditoriali, soprattutto quelle legate al settore turistico-ricettivo che puntavano tutto sulla stagione estiva ma che si devono adesso accontentare di rimanere sopra la linea di sopravvivenza. Al giro di boa dell’estate siamo andati a tracciare un primo bilancio con alcuni operatori di Santa Teresa e Sant’Alessio. “Ero già proiettato ad aprile 2021, pensavo di lavorare solo la settimana di Ferragosto, invece tutto sommato la stagione è per metà salva - ci dice Salvatore Cisto, titolare del bed and breakfast ‘MareAgrò’ - rispetto al 2019 ad aprile non ho lavorato, a maggio l’80% in meno, a giugno un meno 40-50% sceso al 30% a luglio, mentre ad agosto siamo sul 20% in meno di presenze. Gli ospiti sono per il 70% siciliani e per il resto persone che vivono fuori sede ma con origini locali. Adesso sono preoccupato per settembre e ottobre, periodo in cui lavoro con gli stranieri, principalmente tedeschi, che quest’anno non si sposteranno e già sono state cancellate alcune prenotazioni”. A poche centinaia di metri, spostandoci sulla spiaggia, facciamo visita al lido “Ondazzurra”: “C’è un calo del fatturato del 40% - spiega la titolare Maria Catena Trovato - lavoriamo principalmente sabato e domenica, giorni in cui la differenza quasi non si nota, con proprietari di seconde case, vacanzieri catanesi e al massimo ospiti che si fermano in paese una settimana; non ci sono turisti stranieri, che solitamente venivano a giugno, mese in cui quest’anno eravamo chiusi. Tra le misure di distanziamento sociale e l’erosione della spiaggia abbiamo 15 ombrelloni in meno - aggiunge - rimarremo aperti fino al 6 settembre e contiamo di lavorare in queste due settimane, anche se le condizioni meteo spesso negli ultimi giorni non sono state dalla nostra parte”. Anche la ristorazione risente dell’emergenza in atto: “Il paragone con il 2019 non si può fare - esordisce Giovanni Tono del ristorante ‘Aloha Mare’ - c’è un calo del 20-30% ma sta funzionando il turismo interno, anche perchè abbiamo fatto pubblicità fuori provincia. Siamo rimasti chiusi 82 giorni nel periodo in cui solitamente si lavora con banchetti e cerimonie e ne abbiamo risentito, adesso turisti da fuori non se ne vedono e sono loro che negli ultimi 3-4 anni hanno rappresentato il valore aggiunto, anche per tutto l’anno. Il fine settimana, in fondo, la differenza non si nota ma abbiamo comunque 30-40 posti in meno per le misure di distanziamento che non permettono di compensare il calo di fatturato”. A Sant’Alessio incontriamo il sindaco Giovanni Foti, che è anche albergatore, nel suo Elihotel: “Ho il 90% in meno di ospiti e solo il 10% delle camere occupate, tutte da siciliani - fa subito presente - non ci sono stranieri, noi lavoravamo molto con tedeschi e russi, soprattutto in bassa stagione, ma le frontiere sono chiuse e sono arrivate molte disdette. A Sant’Alessio diverse strutture ricettive non hanno neanche aperto - fa presente - noi non ce la siamo sentita di non riaprire, abbiamo personale che lavora qui da 20 anni ma abbiamo tenuto chiuso il ristorante interno, perchè i costi si coprono a stento. A Sant’Alessio la situazione è migliore negli appartamenti e nelle seconde case, dove vi sono molte presenze: adesso speriamo che lo Stato sospenda il pagamento dell’Imu e ristori i mancati introiti ai Comuni, altrimenti sarà dura”. Tutti, dunque, spera no in qualche modo di recuperare quanto è mancato fin qui in queste settimane a cavallo di Ferragosto, poi bisognerà già pensare al 2021.