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Forza d'Agrò. Scontro sindaco-parroco, le "verità" dei due protagonisti
di Gianluca Santisi/Andrea Rifatto | 29/05/2015 | ATTUALITÀ
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Padre Zampetti e il sindaco Di Cara in piazza Largo Piano
Si inasprisce la querelle tra il sindaco di Forza d’Agrò, Fabio Di Cara, e il parroco don Luciano Zampetti. I rapporti tra i due sono stati sempre tesi ma stavolta rischiano di giungere sin dentro le aule dei tribunali per via di due esposti presentati alla Procura della Repubblica di Messina dal primo cittadino nei confronti del parroco. Quest'ultimo, secondo Di Cara, durante la messa domenicale, avrebbe “letto, distribuito e consegnato una lunga lettera piena di accuse nei confronti del sindaco e del suo operato”. Da qui la prima denuncia presentata in Procura. La seconda, invece, è riferita a quelle che Di Cara definisce “ingerenze del parroco durante l’esecuzione di un lavoro pubblico che si sta svolgendo in piazza Largo Piano”. La chiusura di tutta la piazza precluderebbe a don Zampetti l'accesso al retro della chiesa madre dedicata alla Santissima Annunziata. Da qui lo scontro. “Il parroco rivendica un diritto di proprietà di uno slargo senza avere alcun documento”, spiega Di Cara, il quale sostiene che lo stesso “agendo autonomamente, senza alcun intervento degli uffici diocesani, continua a sollecitare l’intervento del Soprintendente per bloccare i lavori”. “I lavori riguardano la pavimentazione della piazza adibita a parcheggio e non necessitano di parere della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali – specifica Di Cara - tuttavia il soprintendente d’accordo col parroco, senza alcun sopralluogo, senza alcuna prova, mi ha invitato a sospendere i lavori”. Sospensione che il sindaco non sembra intenzionato ad accettare. Anche in questo caso la “replica” è stata affidata alla presentazione di un esposto in Procura, questa volta contro il soprintendente Rocco Scimone. La denuncia-querela è stata presentata per abuso d’ufficio e anche per omissione di atti d’ufficio, in quanto, “da mesi – spiega il sindaco - segnalo la presenza di antenne telefoniche sopra il campanile settecentesco del duomo, installate deturpando il centro storico al fine di fare percepire un canone di locazione al parroco, e la Soprintendenza non interviene, e ho sollecitato anche l’apertura delle nicchie settecentesche nello slargo della chiesa contenenti resti mortali, lasciati da oltre un anno in stato di completo abbandono”. Per Di Cara “non si può più accettare la continua ingerenza di un soggetto che invece di fare il parroco e occuparsi dei fedeli, si interessa di opere pubbliche e si permette di giudicare l’operato di una amministrazione, voluta fortemente dal popolo”. “La cosa grave - ha concluso il sindaco - è che il tutto avviene nel più assoluto silenzio dell’arcivescovo, il quale non ha mai preso alcuna posizione”. La replica di padre Luciano Zampetti Padre Luciano Zampetti, da noi interpellato, ha puntualmente replicato a quanto affermato dal sindaco Di Cara. “Non ho letto alcun documento durante la messa domenicale ma ho consegnato ai fedeli una lettera di risposta e chiarimento in merito alla questione della chiusura delle chiese”, ha spiegato il parroco, che ha inteso così precisare alcuni aspetti della vicenda anche in seguito alle polemiche scoppiate nelle scorse settimane e in replica a quanto dichiarato in Consiglio comunale dal primo cittadino.
Sulle presunte ingerenze nei lavori di riqualificazione di piazza Largo Piano, padre Zampetti fa presente come gli interventi, nel frattempo stoppati dalla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina, che ha chiesto di visionare il progetto, stiano interessando anche una porzione dello slargo in possesso della parrocchia da oltre vent’anni, adesso recintata all’interno dell’area di cantiere: “Non ho mai rivendicato alcun diritto di proprietà – precisa – ma è noto a tutti che l’area adiacente la chiesa madre della Santissima Annunziata, dove un tempo insisteva anche una copertura per le auto, è stata sempre utilizzata per la sosta dei veicoli dai parroci avvicendatisi negli anni. Su questa porzione di piazza Largo Piano e su parti del giardino e dell’area esterna la chiesa – prosegue padre Luciano – dove la ditta ha depositato alcune attrezzature, ho dato mandato di avviare una procedura di usucapione considerato il perdurare da oltre 20 anni dello stato di possesso della parrocchia. Decisione di cui ho regolarmente informato il Comune di Forza d’Agrò”.
Capitolo antenne telefoniche. “La parrocchia ha tutti i visti e le autorizzazioni, dalla Soprintendenza alla Curia, per mantenere tali strutture sopra il campanile del Duomo, altrimenti non sarebbe stato possibile installarle – replica il parroco forzese - e i canoni di affitto non finiscono certamente nelle mie tasche ma nelle casse della parrocchia”. Padre Luciano Zampetti ricorda inoltre come nel centro storico di Forza d’Agrò siano presenti diverse stazioni radio per la telefonia, invitando il sindaco Di Cara a verificare se siano tutte regolarmente autorizzate.
Sul presunto stato di abbandono delle nicchie settecentesche contenenti resti mortali ritrovate circa un anno e mezzo fa nello slargo della chiesa, don Zampetti spiega come sia stato già presentato un progetto di recupero e conservazione presso la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina, che dovrà pronunciarsi sulla validità dell’elaborato.
“Il sindaco cerca solo visibilità mediatica attaccando la mia persona – conclude padre Luciano Zampetti – annunciando periodicamente denunce ed esposti di cui però non so nulla”.