Forza d'Agrò, da 10 anni il depuratore di Scifì scarica nel torrente senza autorizzazione
di Andrea Rifatto | 18/04/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 18/04/2020 | ATTUALITÀ
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Lo scarico del depuratore nel torrente Agrò
Da oltre dieci anni il depuratore di Scifì, frazione di Forza d’Agrò, scarica i reflui in uscita nel torrente Agrò senza autorizzazione, visto che quella del 1999, rilasciata per un impianto di depurazione sito in contrada Matrafà, dove era stato previsto inizialmente, è ampiamente scaduta. E per dieci anni il Comune non ha risposto a tutte le richieste avanzate dalla Regione per arrivare al rilascio del rinnovo, chiesto nel 2008 con un’istanza inviata dal commissario regionale Antonino Figlioli, che sostituiva il decaduto sindaco Bruno Miliadò, attuale primo cittadino. E così, dopo una lunga e paziente attesa, il dirigente generale del Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, Salvo Cocina, ha firmato il decreto n. 334/2020 di archiviazione dell’istanza di autorizzazione allo scarico, chiudendo il lungo iter con un nulla di fatto. L’impianto, che serve i circa 300 abitanti di Scifì, nel 1999 venne autorizzato dalla Regione a scaricare le acque depurate nel torrente Agrò e nel 2008 il commissario straordinario si rese conto che quel provvedimento era ormai scaduto e ne chiese quindi il rinnovo. Nel 2009 la Regione domandò la scheda tecnica e un elenco di documenti, inviati in parte, e un anno dopo il Dipartimento Acqua e Rifiuti rilevò la mancanza di altri elaborati tecnici, che nel 2013 il Comune di Forza d’Agrò fornì solo parzialmente. Si arriva al 2018, quando la Regione, al fine di poter avviare l’iter istruttorio per il rilascio dell’autorizzazione allo scarico, chiede altri documenti e chiarimenti e di specificare con esattezza il punto di scarico del refluo depurato, se sia nel torrente Agrò, come riportato nella relazione tecnico-descrittiva del depuratore e nella scheda tecnica (e come avviene di fatto) oppure, come scrive la Provincia di Messina nel 2009 e nel 2010, nel torrente Petraro/Scifì, affluente dell’Agrò, oltre alla richiesta di una relazione tecnica riguardante l’aspetto geologico ed idrogeologico e le caratteristiche dei suoli riguardante l’area interessata dallo scarico. Inoltre si ricordava l’obbligo di garantire la presenza, sia in ingresso che in uscita, dei misuratori di portata e di pozzetti fiscali sigillabili al fine di consentire alle competenti strutture territoriali l’effettuazione dei controlli periodici e si segnalava che invece l’impianto era privo dei misuratori di portata e del pozzetto di prelievo in uscita; si chiedeva, poi, una relazione in merito alla funzionalità del processo di disinfezione del refluo in uscita, non effettuata secondo quanto rilevato dalla Provincia nel 2014. L’8 marzo 2019 il Dipartimento, preso atto che la documentazione richiesta non è mai giunta, invia al Comune un preavviso di archiviazione e concede un termine massimo di 30 giorni per ottemperare. Ma i documenti richiesti non sono mai stati trasmessi. Adesso, dopo un attesa di oltre un anno, è arrivata l’archiviazione dell'istanza del 2008, perché non conforme alle norme del 2013, priva dell'attestazione di pagamento degli oneri previsti e carente della documentazione necessaria al completamento dell’istruttoria finalizzata al rilascio dell’autorizzazione allo scarico. Il Comune di Forza d’Agrò dovrà anche pagare circa 600 euro di costi per l’esame della pratica.