Forza d’Agrò, irregolarità contabili in sei bilanci: Corte dei conti deferisce il Comune
di Andrea Rifatto | 11/05/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 11/05/2021 | ATTUALITÀ
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Il Consiglio ha preso atto dei rilievi contabili
Irregolarità contabili e profili di criticità sui bilanci approvati tra il 2015 e il 2020 a Forza d'Agrò. È quanto ha accertato la Corte dei conti, Sezione di controllo per la Regione siciliana, che ha deferito il Comune dopo aver analizzato gli strumenti finanziari degli ultimi anni. I magistrati hanno messo nero su bianco tutte le anomalie in una deliberazione comunicata al Consiglio comunale (che ne ha preso atto nel giorni scorsi), al sindaco e al revisore dei conti, che tra il 2017 e il 2019 ha inviato le relazioni relative ai rendiconti 2015, 2016, 2017 e 2018 e ai bilanci di previsione 2016/2018 e 2018/2020. La Corte ha esaminato la memoria inviata il 26 febbraio dal Comune e ha ascoltato il segretario comunale Giuseppe Bartorilla e il responsabile dell’Area Finanziaria Giuseppe De Salvo, prima di emettere la pronuncia specifica nella quale conferma le proprie conclusioni. Innanzitutto è stato contestato il mancato rispetto dei termini di approvazione dei bilanci, tutti esitati dal Consiglio comunale oltre la data limite prevista. La Corte è passata quindi ad analizzare la composizione del risultato di amministrazione, rilevando in particolare l’assenza di accantonamenti per il fondo anticipazione di liquidità Cassa Depositi e Prestiti nei rendiconti 2015 e 2016 e una sottostima nei rendiconti 2017 e 2018; esaminata la risposta dell’Amministrazione, i giudici hanno rilevato però che “pur in presenza di una irregolare contabilizzazione, ciò non ha prodotto criticità di particolare rilievo con ricadute in termini di risultato di amministrazione”. I magistrati hanno avanzato poi dubbi sulla corretta quantificazione del Fondo crediti dubbia esigibilità e il Comune ha risposto di essersi allineato alla norma a partire dal 2019 e ciò ha comportato un disavanzo d’amministrazione che il Consiglio Comunale, nel novembre 2020, ha deliberato di ripianare in 15 annualità. Pur riscontrando nella memoria di risposta la non coerenza dei dati rispetto al criterio che si assume essere stato adottato, aspetto sul quale permangono delle criticità, la Corte tuttavia ha dato atto dell’avvenuto allineamento, nell’esercizio 2019, al criterio ordinario di calcolo del Fcde e dell’avvenuta adozione dell’atto deliberativo di ripiano del conseguente disavanzo. Per tutti gli esercizi finanziari esaminati, è stata rilevata l’assenza di accantonamento per indennità di fine mandato del sindaco e per l’esercizio 2015 l’assenza di fondo contenzioso: il Comune ha risposto specificando in quali capitoli di bilancio aveva previsto le somme e che non vi sono state ricadute negative sui risultati di amministrazione, mentre il fondo contenzioso è stato accantonato dall’esercizio finanziario 2016; per la Corte dei conti “appare singolare l’allocazione di detta voce in bilancio, negli anni in esame, con tre diverse modalità, e si rileva la non corretta contabilizzazione della quota annuale dell’indennità di fine mandato, effettuata tra i residui passivi, per gli anni 2015 e 2016, e tra i vincoli per l’anno 2018”. Anomalie sono emerse anche in merito ai flussi di cassa, con anticipazioni di tesoreria non restituite al 31 dicembre per 256.565 euro nel 2015, 162.152 euro nel 2016, 455.152 euro nel 2017 e 283.220 euro nel 2018 e con una utilizzazione per 365 giorni per tutti gli esercizi finanziari considerati: il Comune ha fatto presente che l’anticipazione non restituita è dovuta principalmente ai ritardi accumulati dalla Regione nell'erogazione delle risorse correnti, che rappresentano per il piccolo Comune di Forza d'Agrò una componente fondamentale delle relative entrate correnti”. E il Collegio ha preso dei motivi di carenza di liquidità dell’Ente. In presenza di anticipazioni di tesoreria non restituite al 31 dicembre, è emerso un saldo di cassa di 51.291 euro sia nell’esercizio 2015 che nell’esercizio 2016, probabilmente riconducibile a pagamenti per azioni esecutive non regolarizzati al 31 dicembre: l’Amministrazione ha argomentato che la presenza per gli anni 2015 e 2016 di un fondo cassa, a fronte di un'anticipazione di tesoreria non interamente rimborsata al 31 dicembre, è riconducibile alla contabilizzazione tramite Rid dei pagamenti riferiti ai mutui della Cassa Depositi e prestiti, regolarizzati dal tesoriere all’ 1 gennaio degli anni successivi. La Sezione Controllo ha ritenuto però che le argomentazioni illustrate non siano sufficientemente chiarificatrici, confermando pertanto la criticità. La problematica sarà oggetto di apposito approfondimento nel successivo ciclo di controllo. La bassa percentuale di riscossione delle entrate è stata poi attenzionata relativamente alla gestione di competenza, in particolare le entrate relative ai proventi derivanti dall'attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti che risulta pari a zero (riscossioni zero ed accertamenti 186.000 euro) nell’esercizio 2015, all’1,02% nell’esercizio 2016 (riscossioni per 516 euro ed accertamenti per 50.516 euro), al 100% nell’esercizio finanziario 2017 (riscossioni 1.000 euro ed accertamento 1.000 euro) e al 9,35% nell’esercizio finanziario 2018 (riscossioni 516 euro ed accertamenti per 5.516 euro): il Comune ha illustrato che con riferimento agli accertamenti pari a 186.000 euro si tratta di crediti vantati fino al 2015 nei confronti dell’Eas, per cui sono state intraprese, da parte dell'ente, le relative azioni giudiziarie; con riguardo agli altri rilievi, si tratta di entrate per violazione del Codice della Strada, il cui accantonamento risulta essere inserito nel Fcde e sono stati emessi i relativi ruoli coattivi. In relazione alla gestione residui, è emerso un bassissimo tasso di realizzazione (rapporto tra residui attivi iniziali e riscossioni) e al 31 dicembre 2018 la presenza di residui attivi relativi agli esercizi finanziari precedenti il 2014 per Tarsu/Tari, pari a 104.760 euro: il Comune ha fatto presente di aver posto in essere tutti i provvedimenti di propria competenza ai fini della riscossione dei residui attivi iscritti in bilancio, comprese l'emissione, la notificazione delle ingiunzioni fiscali e l'iniziazione delle conseguenti procedure esecutive e che i residui attivi risultano essere oggetto di accantonamento al Fcde. Infine è stato evidenziato come alla chiusura dell’esercizio 2018 risultino ancora da riconoscere debiti fuori bilancio per 64.515 euro e l’ammontare del contenzioso in cui l’Ente è attore oppure ricorrente è di 209.254 euro: per il Comune i debiti fuori bilancio sono stati riconosciuti negli esercizi finanziari successivi ed è stata avviata una più puntuale definizione del contenzioso con indicazione da parte degli avvocati incaricati del rischio di probabilità di soccombenza; l’ammontare del contenzioso per il Comune è di 23.254 euro ed è stato accantonato più del 50%. Per la Corte dei conti, però, su un contenzioso di 209.254 euro, il rischio di probabilità di soccombenza di soli 14.260 euro sembra sottostimato. Oltretutto, nella nota del revisore per l’anno 2018, nulla è stato dichiarato circa l’ammontare complessivo del contenzioso in cui l’Ente è convenuto, resistente o opponente in giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo e l’effettivo rischio di probabilità di soccombenza; allo stesso modo sui pagamenti cui l’Ente sarebbe obbligato in base a sentenze e provvedimenti giudiziari non ancora esecutivi. L’Amministrazione nulla ha illustrato al riguardo e dunque la criticità è stata confermata.