Forza d'Agrò, la fogna scorre a cielo aperto e forma i laghetti nel torrente Agrò - FOTO
di Andrea Rifatto | 11/06/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 11/06/2023 | ATTUALITÀ
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Laghetti di fogna creati nel torrente
Due turisti stranieri, dopo aver attraversato il torrente Agrò provenienti dall'abbazia di Casalvecchio Siculo, mettono piede nel territorio di Forza d’Agrò. E ad accoglierli trovano un laghetto putrido che emana un odore insopportabile. Nella frazione Scifì non passano di moda gli sversamenti di reflui fognari nel terreno e le fuoriuscite continuano indisturbate anche in questi giorni. A ridosso della stradina che conduce all’alveo dell’Agrò, la fogna scorre a cielo aperto fino a raggiungere dei fossi creati artificialmente, dove stagna per giorni prima di filtrare nel terreno. Un inquinamento ambientale che avviene come se fosse la normalità, celato da canneti e vegetazione dove è visibile anche un tubo, senza che alcuna autorità assuma provvedimenti. Il depuratore fognario di Scifì, sequestrato lo scorso agosto dalla Guardia di Finanza, è rimasto nello stato in cui era un anno fa, ossia spento e con il quadro elettrico bruciato, e non si comprende se e come avvenga la depurazione dei reflui provenienti dagli insediamenti abitativi. Lo scarico delle acque depurate dovrebbe avvenire nel torrente Agrò, ma da 13 anni è scaduta l’autorizzazione regionale: nel 2008 il Comune ha chiesto il rinnovo e nel 2020 il Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti ha archiviato l’istanza per carenze documentali; successivamente è stato affidato l’incarico ad un geologo per riavviare l’iter e ottenere il nulla osta a scaricare le acque depurate, ma finora la procedura non si è chiusa. Nel frattempo la fogna continua a scorrere a cielo aperto e penetrare nel terreno generando un grave inquinamento. Già nel 2014 l’ex Provincia aveva rilevato il mancato processo di disinfezione del refluo in uscita dall’impianto, ma in dieci anni la situazione è soltanto peggiorata tra l’indifferenza generale.