Forza d’Agrò, ombre sul servizio scuolabus: autista del Comune denuncia l’ex segretaria
di Andrea Rifatto | 24/11/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 24/11/2019 | ATTUALITÀ
5218 Lettori unici
Lo scuolabus comunale di Forza d'Agrò
Ci sono ombre sulla gestione del servizio scuolabus a Forza d’Agrò. Per il secondo anno consecutivo a occuparsene è il Gruppo comunale di Protezione civile, che ha ricevuto l’affidamento da fine settembre a giugno con un contributo di 6mila 300 euro. Ciò perché secondo il Comune l’unico dipendente in possesso della qualifica di autista (oltre a quelle di giardiniere-manutentore-affissione manifesti) non è in grado di svolgere il compito per problemi di salute. Motivazione che il dipendente contesta fortemente, tanto che ha denunciato l’ex segretaria comunale Chiara Morelli, in servizio fino all’1 ottobre e ora al Comune di Letojanni, presentando un esposto alla Procura della Repubblica di Messina con l’accusa di falso in atto pubblico. La funzionaria il 26 settembre, dopo un atto di indirizzo dello stesso giorno approvato dalla Giunta in seguito alla disponibilità manifestata dal Gruppo comunale di Pc poche ore prima, ha affidato con determina dirigenziale il servizio di trasporto scolastico alla Protezione civile, scrivendo nel provvedimento che “il dipendente addetto allo scuolabus è momentaneamente inidoneo a svolgere tali mansioni ed è necessario individuare una soluzione alternativa senza aggravi per l’ente”, senza però fare riferimenti certi a tale inidoneità. E proprio per tale motivo il dipendente ha deciso di sporgere denuncia. Abbiamo chiesto chiarimenti all’ex segretaria. “È stata una valutazione interna di inidoneità su cui ha inciso moltissimo anche la strada da percorrere con lo scuolabus – ci ha spiegato la dottoressa Morelli, riferendosi al percorso insito di curve tra il centro e la frazione Scifì – la problematica è nata da una segnalazione perché il signore si era sentito male mentre guidava, fatta da chi accompagnava i bambini sul pulmino (segnalazione su un malore che sarebbe avvenuto a fine 2016 mentre lo scuolabus era fermo e i bambini accompagnati a scuola e che il dipendente smentisce, ndc) io non faccio il medico, c’è stata una segnalazione di una certa importanza e sinceramente preferisco subire un ricorso al giudice del lavoro piuttosto che avere la notizia al telegiornale che si è sentito male in un curva con i bambini, era una cosa seria tanto che gli avevo fatto dare delle limitazioni dall’Ufficio tecnico, ad esempio non salire sulle scale. Ho fatto una valutazione del rischio, ci sono voci in paese, il signore dice giustamente che si sente bene ma se ci sono segnalazioni io nel dubbio come facevo? Finché abbiamo potuto utilizzarlo lo abbiamo fatto, tutto è nato perché ci sono state delle segnalazioni in cui in un piccolo paese non si può non tenere conto - prosegue l'ex segretaria - visto che è una persona che guida un mezzo. Se una persona non mi mette per iscritto che è idoneo allo scuolabus, io dopo quella segnalazione non lo rimetto a guidare con i bambini a bordo, è stata una scelta mia di cui mi assumo la paternità, perché ritengo che sia un lavoro molto delicato, tra l’altro è una persona che ogni due-tre presenta certificati medici e non sapevo il perché si stava a casa, che ne so se queste voci sono vere o no, nel dubbio…tra l’altro ho tutelato anche lui, oltre i terzi, limitandolo nel movimenti, il rischio era troppo grande con i ragazzini”. Di inidoneità alla guida del mezzo, però, non c’è traccia nei certificati medici recenti, visto che la commissione medica di Palermo nel novembre 2017 ha dichiarato il dipendente idoneo anche allo scuolabus, mentre il medico del Comune, Giovanni Caminiti dell’Asp di Messina, il 20 giugno scorso a seguito della visita del 19 febbraio gli ha dato l’idoneità per l’attività di giardiniere, sconsigliando la movimentazione manuale dei carichi e l’uso di scale e l’attività in prossimità di dislivelli, non citando stranamente le altre sue mansioni, ossia autista scuolabus, manutentore e affissione manifesti, ma senza comunque dichiararlo per queste inidoneo. Abbiamo chiesto spiegazioni al medico ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Certificato contro cui il dipendente comunale ha presentato ricorso all’Asp evidenziando l’omissione del giudizio per le altre sue mansioni. L’altra stranezza è che l’unico certificato medico in cui si parla di temporanea inidoneità allo scuolabus, anche quello contestato dal dipendente perché sarebbe stato emesso senza effettuare visita medica, era comunque valido fino al 10 luglio 2017 e infatti a settembre 2018 il Comune ha integrato le ore di lavoro all’autista per metterlo al volante, salvo poi farlo scendere un mese dopo perché il vicesindaco Massimo Cacopardo ha chiesto al dirigente dell'Ufficio tecnico “di adibire il personale della propria area al lavoro di pulizia tombini al fine di scongiurare pericoli per l'incolumità pubblica”. Dunque il dipendente è stato destinato ad altri compiti e da lì in avanti è subentrata la Protezione civile. Ma in nessun atto del 2018 si parla di inidoneità allo scuolabus né si citano certificati medici, visto che già a fine 2017 l’impiegato era stato giudicato idoneo a tutte le mansioni. Non si comprende, dunque, perché a settembre 2019 la dottoressa Morelli parli di inidoneità se le segnalazioni a cui fa riferimento sono di fine 2016 e a queste hanno fatto seguito giudici medici positivi. “Al Comune non esiste altro dipendente, il mio predecessore aveva fatto un avviso per chi fosse disponibile a prendere la patente ma nessuno ha risposto – commenta il sindaco Bruno Miliadò – la soluzione della Protezione civile è stata adottata per risparmiare economicamente”. Il servizio viene quindi svolto da un volontario della Protezione civile, gruppo di cui è coordinatore il presidente del Consiglio comunale, Piero Bartolone, a cui abbiamo provato a chiedere telefonicamente come vengono impiegati i 6mila 300 euro ma non abbiamo ricevuto risposta. Avremmo voluto chiedergli in particolare se queste somme vengono utilizzare per retribuire e in che misura il volontario che svolge il servizio (il caso vuole sia un parente di un consigliere di maggioranza) o se viene applicata la normativa del terzo settore che vieta la retribuzione dei volontari ma consente solo un rimborso spese nella misura di 10 euro al giorno o 150 al mese. E poi se ritiene opportuno continuare a mantenere il ruolo di responsabile del Gruppo comunale di Protezione civile, visto che da qualche mese ricopre anche una carica istituzionale di rilievo all’interno del Comune, ente che eroga il contributo alla Protezione civile. Senza contare che sorgono dubbi anche sulle modalità di affidamento del servizio, in quanto negli atti si parla da un lato di contributo economico e dall’altro di corrispettivo per l’effettuazione del servizio, citando il codice dei contratti per gli affidamenti di appalti sottosoglia.