Giovedì 21 Novembre 2024
Ripristinati i luoghi su autorizzazione del Tribunale e il controllo dei Carabinieri


Forza d'Agrò, rimosse le opere abusive nel chiosco-bar della moglie del sindaco

di Andrea Rifatto | 07/11/2024 | ATTUALITÀ

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Eliminate le chiusure laterali della tettoia

Rimossi gli abusi edilizi contestati alla moglie del sindaco di Forza d’Agrò, Bruno Miliadò, titolare del chiosco bar in piazza Giovanni XXIII, realizzato nel 2017 davanti al municipio e collegato alla struttura ricettiva “Villa Souvenir”, gestito anche dal primo cittadino. Alla vigilia di Ferragosto i carabinieri della locale Stazione avevano eseguito un sequestro preventivo mettendo i sigilli ad una struttura in legno adiacente il chiosco, utilizzata come sala, notificando il provvedimento alla consorte del sindaco, indagata per due capi d’accusa legati alla violazione del Testo unico dell’edilizia. Il decreto firmato dalla gip Arianna Raffa, su richiesta della Procura che ha coordinato le indagini con la pm Roberta La Speme, contestava alla titolare dell’attività di aver realizzato “in difformità al progetto presentato sul Portale Sismica Regione siciliana una struttura in legno chiusa lateralmente con alluminio e vetri, coperta con materiale plastico, collegata al chiosco” e la violazione di tre articoli riguardanti la denuncia dei lavori e la presentazione dei progetti di costruzioni in zone sismiche, per aver realizzato la struttura “senza darne preventivo avviso al Genio civile di Messina e senza la preventiva autorizzazione scritta di tale Ufficio”. 

 

I legali della titolare, gli avvocati Antonino Gazzara e Fabio Di Cara, hanno chiesto al Tribunale di poter rimediare all’abuso per poi eseguire le opere rispettando la normativa (la titolare ha già un parere preventivo del Genio civile) e il gip ha chiesto innanzitutto il ripristino dello stato dei luoghi: così una ditta incaricata dalla proprietà, sotto la verifica dei carabinieri delegati a controllare le operazioni di smontaggio, ha rimosso tutte le chiusure laterali della tettoia-ombraia realizzata nel 2021, lasciando solo la copertura regolarmente autorizzata. Le contestazioni della Procura, mosse sulla base degli accertamenti svolti all’Ufficio tecnico comunale e al Genio civile, erano legate proprio alla chiusura sui lati che secondo la legge deve avvenire con strutture facilmente amovibili, mentre nel caso del chiosco sarebbero state violate le normative in materia sismica che impongono anche la presentazione di calcoli statici. 


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