Forza d'Agrò, via del Tramonto diventa via Guarnera: una dedica all'ex sindaco condannato
di Andrea Rifatto | 05/07/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 05/07/2023 | ATTUALITÀ
1577 Lettori unici
La via è intitolata adesso all'ex sindaco
Ventisei anni fa la stradina dove abitava venne denominata “via Del Tramonto” e all’epoca, era il 1997, quella scelte venne letta anche come una ripicca dei suoi avversari politici (da quel punto era difficile se non impossibile assistere al tramonto) voluta per mettere il “sigillo” sulla fine di un’era politica a Forza d’Agrò. Adesso sulla targa c’è impresso il suo nome. L'Amministrazione comunale forzese ha ufficializzato l’intitolazione di una via del centro cittadino a Carmelo Giuseppe Guarnera, sindaco dal 1952 al 1960 e dal 1978 al 1993, approvata nel dicembre 2020 dal Consiglio comunale con i voti della maggioranza, mentre la minoranza abbandonò l’aula. Alla presenza degli amministratori con in testa il sindaco Bruno Miliadò, erede politico di Guarnera e proponente dell’intitolazione, familiari e cittadini, è stata scoperta la targa dedicata all’ex primo cittadino, posta all’inizio della stradina accanto alla chiesa della Santissima Annunziata, a pochi metri da quella che fu la sua abitazione; contestualmente è stata intitolata a padre Domenico Di Natale, parroco di Forza d’Agrò dal 1989 al 2002, la piazza Largo Piano, che mantiene però la doppia denominazione. Una scelta “per ricordare ai cittadini e ai nostri figli due figure che per modi e metodi diversi hanno fatto la storia della nostra terra - ha spiegato l’Amministrazione - affermandosi come punti di riferimento per l’intera comunità”. Una figura piuttosto discussa quella del “cavaliere” Giuseppe Guarnera, esponente del Psi scomparso nel 1999, arrestato a 82 anni nel 1993 per concussione e poi condannato a quattro anni e mezzo, oltre ad un’altra condanna a un milione di lire di multa riportata due anni dopo per diffamazione. Fatti non citati nella biografia allegata alla delibera consiliare inviata alla Prefettura, che ha dato il via libera all’intitolazione, dove si parla invece di “spintarelle gastronomiche che ingentilivano onorevoli, dirigenti e impiegati” a Palermo e di “una sorta di corruzione genuina e schietta che portava i suoi frutti”. Anche questa è storia forzese.