Giovedì 21 Novembre 2024
L'ente dovrà difendersi in Tribunale contro Roccalumera sui canoni di gestione non pagati


Furci, decreto ingiuntivo da 273mila euro per il depuratore: il Comune punta all'accordo

di Andrea Rifatto | 22/10/2024 | ATTUALITÀ

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L'impianto di Roccalumera è utilizzato anche da Furci e Pagliara

Dovrà difendersi nuovamente nelle aule di giustizia il Comune di Furci Siculo nel contenzioso con il Comune di Roccalumera per la gestione del depuratore fognario. La Prima Sezione civile del tribunale di Messina ha infatti emesso nei confronti del municipio furcese un decreto ingiuntivo scaturito dal ricorso presentato dall’ente roccalumerese, tramite l’avvocato Giuseppe Marisca, imponendo di pagare entro il termine di 40 giorni dalla notifica la somma di 273mila 860 euro oltre interessi, da calcolarsi dal dovuto fino all’effettivo soddisfo, oltre alle ulteriori spese e all’onorario del procedimento. La giunta comunale di Furci Siculo ha manifestato l’intenzione di arrivare ad accordo bonario, previa esatta quantificazione delle somme dovute al Comune di Roccalumera a titolo di canoni di gestione dell’impianto, ma nel frattempo ha ritenuto necessario presentare opposizione al decreto ingiuntivo, ricordando come ne sia giunto già un in precedenza, anch’esso opposto, e che l’Ente in riferimento alle somme richieste ha già provveduto ad alcuni pagamenti. L’Amministrazione ha quindi assegnato 3mila 300 euro all’Area Amministrativa ed Istituzionale per la nomina di un legale difensore. 

L’importo di 273mila 860 euro comprende la quota di 144mila 339 euro per l’anno 2022 (sulla quale somma l’ente in forza della precedente ingiunzione di pagamento del 2023 ha corrisposto un acconto di 56mila 686 euro ed a seguito del sollecito di pagamento del 17 giugno scorso un ulteriore acconto di 50mila euro), 157mila 472 euro per l’anno 2023 e 78mila 736 euro come acconto per i primi sei mesi del 2024. Un altro ricorso per decreto ingiuntivo è stato presentato nei confronti del Comune di Pagliara per un importo totale di 97mila 916 euro, di cui 48mila 307 euro per l’anno 2022 (somma sulla quale l’ente ha pagato un acconto di 20mila 473 euro dopo il decreto ingiuntivo del 2023), 46mila 721 euro per l’anno 2023 e 23mila 360 euro per acconto dei sei mesi del 2024. 


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