Furci, è scontro tra parroco e Azione Cattolica: si dimette l'intero Consiglio direttivo
di Redazione | 25/11/2016 | ATTUALITÀ
di Redazione | 25/11/2016 | ATTUALITÀ
4002 Lettori unici | Commenti 1
La chiesa della Madonna del Rosario
È rottura tra l’Azione Cattolica di Furci Siculo e il parroco, padre Massimo Briguglio. Ieri l’intero Consiglio direttivo, presieduto da Graziella Cacciola, ha rassegnato le dimissioni al termine di un anno particolarmente travagliato, caratterizzato da quella che l’Azione Cattolica furcese ha definito una mancanza di collaborazione da parte del sacerdote. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la situazione venutasi a creare in vista dell’Assemblea elettiva che si sarebbe dovuta tenere domenica 27. “Dopo le tante polemiche sorte nel corso di questo primo anno da parroco di Furci, sull’operato di don Massimo Briguglio arriva un colpo che potrebbe mettere a dura prova gli equilibri già vacillanti della disastrata comunità furcese – scrivono in una nota i componenti dimissionari del Consiglio – da parte di una delle associazioni più importanti e storiche della parrocchia, cioè l’Azione Cattolica che in questo ultimo anno si è vista relegata ai margini della vita pastorale per le bizze del proprio parroco”. Una situazione ritenuta ormai insostenibile per i membri del Consiglio, culminata con le dimissioni irrevocabili di Graziella Cacciola (presidente), Carmelo Caspanello (vicepresidente), Carmela Giuffrè, Giuseppe Lundi, Martina Rita Ralli, Giovanni Rigano e Irene Feliciotto Lapa. Poco prima la presidente e il Consiglio avevano revocato l’Assemblea elettiva di domenica, “in seguito alle difficoltà riscontrate per il suo normale svolgimento”. Secondo i dimissionari, padre Massimo non ha rispettato le norme vigenti in merito alle adesioni all’Azione Cattolica, “inviando un messaggio per chiedere espressamente un tesseramento in massa, alimentando ulteriori spaccature rese così dal suo agire sempre più insanabili. Le adesioni, si ricorda, per Statuto sono presentate al Consiglio – spiegano – quindi non è consentito il 'reclutamento' che esclude il dialogo con il Consiglio, che è organo preposto ad accogliere le richieste di adesione”. Tanti i punti poco chiari alla Presidenza e al Consiglio, che si sono quindi sentiti in dovere di revocare l’Assemblea, la cui convocazione tra l’altro era stata ritenuta non valida dal sacerdote perché non da lui controfirmata: “In primis la formale diffida del parroco a procedere con l’Assemblea, in seguito la progettata e annunciata (alle messe domenicali dello scorso 20 novembre) esclusione degli attuali soci con la conseguente non chiarezza su chi può votare e la decisione del parroco di consegnare gli elenchi dei nuovi soci al Consiglio solo due giorni prima dell’Assemblea stessa”. La Presidenza Diocesana aveva comunicato all’Azione Cattolica di Furci che erano ammessi al voto tutti gli associati per l’anno 2015/16 e tutti coloro che alla data di svolgimento dell’Assemblea elettorale avrebbero versato la quota associativa per l’anno 2016/17. Il parroco ha invece comunicato che avrebbero potuto partecipare al voto solo quanti avessero rinnovato la quota associativa 2016/17, escludendo gli associati dello scorso anno. “La non chiarezza su tutti questi punti e il voler agire contro lo Statuto dell’Azione Cattolica – evidenziano – ha portato il Consiglio alla revoca dell’Assemblea e alle successive irrevocabili dimissioni”. Il Consiglio ha quindi comunicato a tutti i soci le proprie decisioni inviando anche la corrispondenza intercorsa tra lo stesso organo e padre Briguglio in quest’ultimo anno, in cui si evidenzia “la mancata collaborazione e il perpetrato rifiuto di accogliere il Consiglio legittimamente eletto e costituito e tutta l’associazione da parte dello stesso parroco, impedendo loro di lavorare per tutto l’anno associativo”. Decisione, quella di dimettersi, assunta “avendo come unico fine il bene dell’Associazione e il regolare svolgersi della vita stessa, per amore verso la propria Parrocchia”.