Furci, il Comune ricorre al Tar contro la revoca del finanziamento per il Centro handicap
di Andrea Rifatto | 11/11/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 11/11/2020 | ATTUALITÀ
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La struttura di via Spinelli è chiusa da anni
Saranno i giudici amministrativi a stabilire se la revoca del finanziamento al Comune di Furci per la realizzazione del Centro handicap, decisa dalla Regione nei mesi scorsi, sia legittima o meno. L’Amministrazione comunale ha infatti deciso di presentare ricorso davanti al Tar di Catania contro il decreto del 20 luglio emanato dall’Assessorato regionale della Famiglia, che ha disposto la revoca del contributo da 250mila euro concesso nel 2012 al Comune per l’intervento di “realizzazione e adeguamento strutture per servizi di attività sociali e socio assistenziali in coerenza con la normativa 328/2000”, assegnato a valere sulle risorse del Po Fesr Sicilia 2007/2013 in seguito a un progetto presentato tramite il Pist 17. L’incarico legale è stato affidato all’Avvocatura comunale retta dall’avvocato Pietro Antonino Briguglio, che ha proposto immediatamente ricorso visto che il termine scadeva lunedì, in quanto secondo l’Amministrazione “la revoca comporterebbe un grave pregiudizio per l'Ente essendosi ingenerato per il Comune un consolidato affidamento nel finanziamento ottenuto, considerato il fatto che l'immobile è stato affidato con cessione in comodato di uso gratuito”. Un’operazione, quella finita nel mirino della Regione, dal costo di 305mila 556 euro, di cui 250mila assegnati dall’Assessorato e 55mila 556 di cofinanziamento suddiviso per 27mila 778 ciascuno tra il Comune di Furci e la “Comunità e Servizio società cooperativa sociale”, partner privato con cui è stata siglata una convenzione per la gestione del Centro di via Antonio Spinelli. I lavori, per una spesa di 177mila euro, sono stati conclusi a metà 2014 ed è stato disposto anche l’acquisto di arredi per 20mila euro, ma il Centro handicap non è mai entrato in funzione. La Regione ha quindi tagliato il contributo ordinando al Comune di restituire la prima anticipazione di finanziamento liquidata a luglio 2014, pari a 160mila 962 euro, mentre i restanti 85mila 914 euro sono stati disimpegnati dal bilancio regionale, in quanto la struttura doveva essere operativa entro il 31 gennaio 2017, come previsto dalle norme in materia di spesa comunitaria: ancora oggi, invece, è chiusa e non funzionante. Ad ottobre 2017 e poi a giugno 2019 il Comune aveva fatto presente come che la consegna dei locali alla “Comunità e Servizio” non era avvenuta a causa di atti vandalici e ritardi burocratici, allegando alla nota anche la convenzione per la gestione. Ma la Regione è andata avanti per la sua strada e dopo un incontro tra l’Amministrazione e i funzionari dell’Assessorato per provare a trovare una soluzione, l’unica strada percorribile è stata quella del ricorso amministrativo contro il decreto di revoca del finanziamento.