Furci, il Comune sbaglia indirizzo e perde il ricorso al Tar sui fondi del Centro handicap
di Andrea Rifatto | 21/01/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 21/01/2021 | ATTUALITÀ
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La struttura è stata sistemata nel 2014
La giustizia, soprattutto quella amministrativa, funziona a volte come il gioco del lotto, si può vincere e si può perdere, ma se si sbaglia a giocare la schedina si è spacciati in partenza. Ed è quello che ha fatto il Comune di Furci Siculo, che ha commesso un errore grossolano nella presentazione del ricorso al Tar di Catania contro il decreto con cui la Regione ha revocato a luglio il finanziamento da 250mila euro concesso nel 2012 per la realizzazione del Centro handicap, dichiarato quindi immediatamente inammissibile e neanche discusso dai giudici etnei. L’Amministrazione comunale, difesa dall'avvocato Pietro Antonino Briguglio, impiegato responsabile dell’Avvocatura dell’Ente, ha infatti notificato il ricorso contro la Regione, tramite posta elettronica certificata, all’Assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, e non all’Avvocatura dello Stato, come previsto dal Regio decreto 1611/1933, che stabilisce come tutti gli atti “devono essere notificati alle Amministrazioni dello Stato presso l'ufficio dell'Avvocatura nel cui distretto ha sede l'Autorità giudiziaria innanzi alla quale è portata la causa”. La conseguenza è stata che la violazione di questo precetto ha costituito causa di inammissibilità del ricorso, in quanto la notifica all’indirizzo della sede reale dell’amministrazione è nulla e va fatta nella sede legale. Il Collegio della Quarta Sezione del Tar, presieduto dal giudice Federica Cabrini, non ha potuto quindi far altro che emettere subito la sentenza dichiarando inammissibile il ricorso. L’Assessorato regionale, tra l’altro, non si era costituito in giudizio. Il Comune di Furci Siculo ha così sprecato una chance per tentare di salvare il finanziamento, ma potrebbe avere ancora il 50% di possibilità qualora decidesse di presentare appello al Cga, visto che già ha sottolineato come “la revoca comporterebbe un grave pregiudizio per l'Ente essendosi ingenerato per il Comune un consolidato affidamento nel finanziamento ottenuto, considerato che l'immobile è stato affidato in comodato d’uso gratuito”. L’Assessorato della Famiglia ha revocato i fondi e ha chiesto la restituzione della prima anticipazione del finanziamento liquidata nel 2014, pari a 160mila 962 euro, mentre i restanti 85mila 914 euro sono stati disimpegnati dal bilancio della Regione, in quanto la struttura di via Antonio Spinelli non è stata aperta e resa funzionante entro il 31 gennaio 2017, come previsto dalle norme in materia di spesa comunitaria, visto che l’intervento denominato “realizzazione e adeguamento strutture per servizi di attività sociali e socio assistenziali in coerenza con la normativa 328/2000” è stato finanziato con fondi Po Fesr Sicilia 2007/2013 in seguito a un progetto presentato tramite il Pist 17. Un’operazione da 305mila 556 euro, di cui 250mila della Regione e 55mila 556 euro di cofinanziamento suddiviso per 27mila 778 euro ciascuno tra il Comune e la “Comunità e Servizio società cooperativa sociale”, partner privato con cui è stata siglata una convenzione per la gestione del Centro handicap, la cui apertura sembra adesso sempre più lontana con il rischio di altri contenziosi tra il privato e il Comune qualora non si riuscisse a far partire il progetto. Il commento dell'Amministrazione: "L'inammissibilità del ricorso per motivi formali sicuramente necessiterà di una relazione da parte del nostro ufficio legale, che dovrà fornire le spiegazioni di tale sentenza valutando la possibilità di ricorrere al Cga o attendere altro procedimento da parte della Regione a cui opporsi nelle sedi ordinarie" - si legge in una nota diramata dal municipio. L'Amministrazione ricorda poi nuovamente come "l'Assessorato regionale alla Famiglia ha revocato il decreto di finanziamento perché la struttura non è stata consegnata e messa in uso entro il 31 gennaio 2017, periodo in cui il Comune di Furci Siculo era guidato dall'Amministrazione Foti" e specifica che "la scelta da parte della nostra Amministrazione, che ha ereditato questo problema, di proporre ricorso al Tar nasceva dalla necessità di sospendere l'efficacia del provvedimento pur essendo consapevoli nel merito che comunque il motivo della revoca del finanziamento è dovuto alla mancata consegna della struttura nei tempi previsti, della cui mancata consegna l'Amministrazione Francilia non è responsabile. L'attuale Amministrazione infatti nel momento in cui si è insediata ha immediatamente completato l'iter necessario alla funzionalità del bene consegnandola alla società che aveva stipulato la convenzione con l'ente per la gestione".