Giovedì 21 Novembre 2024
Consegnati i lavori finanziati dalla Regione per restaurare il simbolo del paese


Furci, la Chiesa Madre restituita ai furcesi (per metà) dagli assessori Falcone e Samonà

di Andrea Rifatto | 30/05/2020 | ATTUALITÀ

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Amministratori, politici e tecnici davanti la chiesa

La Chiesa Madre di Furci Siculo torna alla sua comunità. Ancora “per metà” però, cioè solo l’esterno, perché per poter fruire nuovamente del luogo di culto che rappresenta un luogo simbolo per il paese, dedicato alla patrona Madonna del Rosario, bisognerà ancora attendere l’ultimazione di altri interventi all’interno eseguiti dalla Parrocchia. Oggi intanto sono stati “consegnati” i lavori di messa in sicurezza di ristrutturazione e messa in sicurezza iniziati lo scorso anno grazie ad un finanziamento da 660mila euro erogato dalla Regione, dopo l’istanza presentata nel 2015 dal precedente parroco, don Giacinto Tavilla, che ha partecipato al bando regionale per la riqualificazione urbana dei centri storici con un progetto inserito nelle graduatorie dal Governo Crocetta e successivamente ammesso ai fondi del Patto per il Sud. Un iter durato quasi tre anni, conclusosi con la firma del decreto di finanziamento avvenuta il 24 maggio 2018 all’Assessorato regionale delle Infrastrutture. A seguire le procedure burocratiche è stato il Comune, al quale la parrocchia si è rivolta per la nomina del responsabile unico del procedimento, il geom. Antonio Carmelo Casale dell’Ufficio tecnico. A Furci sono giunti per l’occasione l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, quello ai Beni Culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà, accolti in piazza Sacro Cuore dal sindaco Matteo Francilia, da diversi amministratori del comprensorio, dal deputato regionale Antonio Catalfamo (Lega) e da esponenti politici locali, provinciali e regionali del Carroccio. “Siamo contenti ed emozionati - ha detto il sindaco di Furci – ringrazio gli assessori Falcone e Samonà per essere qui con noi. Oggi per noi è una tappa fondamentale, adesso attenderemo il termine dei lavori svolti all’interno dalla Parrocchia e poi potremo inaugurare definitivamente la chiesa”. Da tempo i fedeli attendono di poter tornare nella loro piccolo "duomo" e attualmente le funzioni vengono svolte nella vicina chiesa di Santa Maria della Lettera, che anche alla luce delle misure anticoronavirus può contenere però poche decine di persone. “La cultura riparte con la riqualificazione urbana dei territori e le chiese rappresentano il punto di riferimento essenziale di una comunità - ha evidenziato l’assessore Falcone - dopo aver finanziato, aggiudicato e realizzato l’opera, il governo Musumeci vuole testimoniare che quando le cose si vogliono fare si possono fare e anche bene”. Una piccola delegazione formata dal sindaco, dagli assessori regionali e dai progettisti delle opere di restauro, l’arch. Marinella Famiani e l’ing. Antonio Farruggio, ha poi incontrato il parroco, don Massimo Briguglio, all’interno della Chiesa Madre.

L’intervento di recupero ha consentito la conservazione e valorizzazione dell’edificio sacro, edificato tra il 1930 e il 1931 in cemento armato riprendendo gli stili del neo-gotico, che da diversi anni presentava segni di degrado con la caduta di cornicioni e decori. La struttura era affetta da problematiche legate alla scarsa manutenzione nel tempo e all’azione degli agenti atmosferici: in particolare sono state eliminate microlesioni e fessurazioni sulle lesene della facciata principale e cedimenti sulle guglie, tracce di umidità sia in facciata sia all’interno (soprattutto nella parte bassa delle pareti dell'abside sotto le finestre centrali e nel solaio del campanile) e distacchi di intonaco sia all’interno che all’esterno. Sul tetto sono state rimosse e poi ricollocate le tegole dopo la posa di un pannello utile ad abbassare il carico termico estivo, effettuati poi lavori sulle superfici intonacate interne del matroneo-cantoria e del campanile, nuove pavimentazioni per i terrazzini esterni, per il cortile al piano terra, nel matroneo e sul solaio campanile. Al posto degli infissi ammalorati e delle attuali reti metalliche danneggiate, sono stati installati serramenti in legno lamellare biologici. Revisionati gli impianti elettrico, idrico e idrico-sanitario, con la realizzazione di sistemi di risparmio nell'erogazione dell’acqua. 


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