Sabato 23 Novembre 2024
Una vicenda quasi kafkiana dopo il riconoscimento del debito ad un solo parente


Furci, spunta un altro erede per il risarcimento della caduta e il Comune annulla tutto

di Andrea Rifatto | 07/08/2021 | ATTUALITÀ

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Gli Uffici hanno fatto marcia indietro

Riserva nuove sorprese la vicenda, quasi kafkiana, del risarcimento da 35mila euro che il Comune di Furci Siculo deve riconoscere agli eredi di una cittadina, la signora Rita Branca, rimasta ferita durante una caduta in strada avvenuta nel 2008 a causa del marciapiede sconnesso e deceduta negli anni scorsi. A fine maggio il Consiglio comunale ha riconosciuto il debito fuori bilancio nei confronti dell’unico erede che si è fatto avanti, il signor Vincenzo Garufi, stabilendo di pagarlo in tre rate annuali, ma già in quella sede sono sorte discussioni a causa delle visioni opposte manifestate da parte della responsabile dell’Area Amministrativa, Antonietta Interdonato, e del collega dell’Avvocatura comunale, Pietro Briguglio, in quanto la prima ha sollevato dubbi sul versamento delle somme al richiedente, ritenendo potessero esserci altri eredi e considerato soprattutto non è stata presentata la dichiarazione di successione, mentre per l’Avvocatura le somme vanno versate a colui che ne ha fatta richiesta e il Comune non è tenuto a cercare altri successori. Dunque l’Area Amministrativa, dopo aver espresso in Aula i rischi di assumersi tale responsabilità, con due provvedimenti del 17 giugno e dell’8 luglio ha poi preso atto della decisione del Consiglio e predisposto la liquidazione al signor Garufi della prima rata del debito, pari a 11mila 678 euro, precisando che il versamento della seconda quota (previsto a giugno 2022) sarebbe avvenuto solo dopo la presentazione della dichiarazione di successione. Ma pochi giorni dopo, il 26 luglio, è arrivata in municipio una nota tramite posta elettronica certificata, sembrerebbe dal Sud America, inviata dalla sorella della defunta, Adele Branca, che tramite un’altra persona ha invitato il Comune a fare le ripartizioni “nella giusta maniera”. Non una richiesta di pagamento vera e propria, dunque, ma in ogni caso è accaduto ciò che temeva la responsabile Interdonato, che a quel punto è tornata sui propri passi e ha revocato in autotutela i provvedimenti, essendo venuti meno anche gli accordi con il legale del primo erede, stabilendo che si procederà a predisporre un nuovo atto per liquidare la somme ai due eredi. Di conseguenza si dovrà tornare in Consiglio approvando una nuova delibera che riconosce il debito nei confronti di entrambi. Sempre che non spuntino altri eredi…


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