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Gestione parcheggi S. Teresa, si infiamma lo scontro tra il Comune e l'impresa Duro
di Andrea Rifatto | 26/06/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 26/06/2019 | ATTUALITÀ
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La querelle è relativa alla gestione 2012-2013
Continua a colpi di carte bollate la guerra tra il Comune di S. Teresa e la ditta Duro Salvatore di Sant’Alessio sulla gestione dei parcheggi a pagamento nel periodo tra luglio 2012 e giugno 2013. Il Tribunale di Messina ha emesso un decreto ingiuntivo che ordina alla ditta di pagare entro 45 giorni la somma di 37mila 521 euro, oltre interessi e spese, in seguito all’azione avviata dall’Ente lo scorso ottobre per recuperare gli importi relativi all’aggio, alla penale e la somma richiesta a titolo di garanzia fideiussoria. La ditta Duro si è opposta con atto di citazione presentato dal proprio legale, l’avvocato Alberto Pappalardo, chiedendo al Tribunale di annullare il decreto ingiuntivo. Il Comune ha quindi rinnovato l’incarico all’avvocato Santi Delia, stanziando altri 1.904 euro per il giudizio di opposizione dopo i 3mila 500 euro del primo round. L’udienza è fissata per il 10 gennaio 2020. Il legale di Duro fa presente come nessuna richiesta o sollecito formale di pagamento, né durante l’esecuzione del contratto né successivamente alla risoluzione, sia mai pervenuto alla ditta, tanto che la stessa ad agosto 2017 ha chiesto al Comune la compensazione delle somme per crediti vantati per l’esecuzione di lavori e forniture di segnaletica stradale. Richiesta accolta dal comandante della Polizia municipale, capitano Diego Mangiò, che in un primo momento ha liquidato a Duro 913 euro. “Del tutto inaspettatamente se non addirittura schizofrenicamente – scrive l’avvocato Pappalardo – l’Amministrazione pronunciava un illegittimo annullamento d’ufficio dell’originario provvedimento di compensazione”. Nel mezzo l’intervento della minoranza consiliare con interrogazioni e richieste di chiarimenti, che hanno portato il Comune ad annullare la compensazione e addebitare alla ditta, oltre a 14mila 921 euro per aggio percentuale, 22mila 600 euro di penale, per un totale di 37mila 521 euro, da versare entro 30 giorni. Lo scorso anno è saltata la negoziazione assistita e “neppure la più ampia disponibilità della ditta Duro (che si è spinta a proporre a tacitazione delle pretese avversarie la somma di 11mila euro a fronte di una proposta dell’Amministrazione comunale giunta alla somma di 17mila) ad accogliere, seppure in parte, le pretese del Comune, è valsa a definire bonariamente la controversia e scongiurare la lite – scrive ancora Pappalardo – e già nel corso dell’esecuzione del contratto erano ben noti ad entrambe le parti i reciproci rapporti di debito/credito, ancorché dipendenti da causa fra loro autonome, il che lasciava presumere (come poi è concretamente avvenuto ad agosto 2017) la volontà implicita di definirli in via di compensazione. Ciò dimostra inequivocamente anche il contegno dell’Amministrazione sia con riguardi alle mancate richieste dei pagamenti periodici dell’aggio percentuale che, a maggior ragione, con riferimento all’eventuale applicazione della penale che andava tempestivamente richiesta. Il mutamento delle intenzioni dell’Amministrazione è altamente sintomatico della propria mala fede contrattuale – sottolinea il legale della ditta Duro – avendo avanzato pretese ben oltre 4 anni dopo la risoluzione del contratto. Circostanza che mette in evidenza come l’atteggiamento del Comune non sia stato improntato ai canoni di correttezza e buona fede”. Secondo il legale di Duro, che ribadisce come il debito sia di 14mila 921 e non 22mila 600 in quanto non è dovuta la penale, tra l’altro la competenza è del Tar di Catania e non del giudice ordinario, a cui si chiede di dichiarare nullo il decreto ingiuntivo.