Giardini, dopo la condanna del giudice del lavoro il Comune presenta appello
di Andrea Rifatto | 01/07/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 01/07/2024 | ATTUALITÀ
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Al centro del contendere i compensi dei dipendenti
Non è chiusa la partita tra il Comune di Giardini Naxos e il sindacato Cisl Funzione Pubblica di Messina sul trattamento economico dei dipendenti. Dopo la condanna dell’ente decisa dal Tribunale del Lavoro, che ha accolto il ricorso e accertato la condotta antisindacale dell’Amministrazione per non aver dato attuazione ed esecuzione immediata agli accordi integrativi stipulati nel 2021 e nel 2022 e non aver tempestivamente redatto le valutazioni di professionalità dei dipendenti ai fini della progressione economica orizzontale, Palazzo dei Naxioti passa al contrattacco. La giunta del sindaco Giorgio Stracuzzi ha infatti deciso di impugnare il verdetto e ha affidato un nuovo incarico al proprio legale difensore, l’avvocato Vincenzo Melita, stanziando 4mila 238 euro per costituirsi in appello e proporre ricorso contro il decreto. La causa è stata avviata a gennaio dalla Cisl Fp che ha denunciato all’autorità competente come l’Ente, a fronte della sottoscrizione definitiva dei verbali relativi alla contrattazione decentrata per due annualità, in cui si era obbligato alla corresponsione delle somme relative agli istituti contrattuali approvati con le organizzazioni sindacali in favore dei dipendenti, non avesse mai adempiuto agli oneri assunti, giungendo alla condotta antisindacale. Un comportamento adesso riconosciuto dal giudice del lavoro, che ha condannato il Comune ad adottare tempestivamente e nel termine massimo di 60 giorni i comportamenti necessari all’attuazione di quanto previsto dall’accordo, oltre al pagamento di 5mila 213 euro di spese processuali al sindacato, assistito dall’avvocato Salvatore Irrera. Il Comune ha sostenuto che la procedura di progressione economica del 2022 fosse nulla per mancanza di copertura finanziaria e che aveva poi liquidato i compensi ad eccezione delle progressioni per la mancanza delle valutazioni, mentre in giudizio ha fatto presente di aver approvato a fine maggio le progressioni economiche 2021 e che per il 2022 avrebbe fatto confluire la quota nell’avanzo di bilancio 2023, come suggerito dalla Corte dei conti.