Giovedì 21 Novembre 2024
Ricorso dopo la revoca delle autorizzazioni di Soprintendenza e Comune


Giardini, la guerra sul ricovero barche si sposta al Tar: chiesto mezzo milione di danni

di Andrea Rifatto | 19/06/2019 | ATTUALITÀ

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Il cantiere sulla spiaggia di Schisò

La costruzione del ricovero barche sulla spiaggia di fronte al castello di Schisò a Giardini Naxos finisce al Tar di Catania. La ditta “Pontile Walter” dell'imprenditore Walter Peri ha infatti presentato ricorso contro la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina, l’Assessorato regionale Beni culturali e il Comune, oltre che nei confronti di Legambiente Sicilia, Legambiente Valle Alcantara-Giardini-Taormina e dell’Assessorato regionale Territorio Ambiente per ottenere l’annullamento, previa sospensione, del provvedimento del 25 marzo con il quale le Belle Arti hanno revocato l’autorizzazione paesaggistica dell’aprile 2017 per realizzare l’opera e della conseguente revoca del permesso di costruire, rilasciato nell’ottobre 2018, siglata dal Comune il 4 april scorso, oltre al risarcimento dei danni per almeno 500mila euro. La querelle nasce da un ricorso gerarchico presentato da Legambiente, che ha sempre sostenuto come l’area di rimessaggio imbarcazioni, prevista su un’area di 1.700 mq sulla spiaggia a fianco del ristorante La Cambusa e il lido Sabbie d’oro, costituirebbe uno sfregio alla baia di Naxos. Dopo una prima sospensione la Soprintendenza ha deciso di revocare l‘autorizzazione rilevando “la realizzazione delle opere fuori dal periodo autorizzato”, in difformità alla condizione che prevedeva che dovessero essere “amovibili e a carattere stagionale” (nei limiti della stagione balneare), che “le opere risultano difformi a quanto autorizzato per la presenza di fondazioni in calcestruzzo che ancorano la struttura metallica al suolo” e che “l’esecuzione di opere infisse nel suolo demaniale determina la conseguente inammissibilità delle stesse in quanto rientranti nella fascia di 200 metri dal perimetro del Parco di Naxos”.

Nel ricorso gli avvocati Carmelo Briguglio e Nunzio Medina, difensori di Peri, evidenziano come la revoca delle Belle Arti sia arrivata dopo 23 mesi e quindi oltre il termine massimo di 18 mesi previsto dalla legge e contestano i presupposti alla base del provvedimento, compreso il fatto che le opere siano infisse nel suolo in quanto a loro dire si tratta solo di blocchi in cemento appoggiati sulla sabbia. Viene poi contestata la revoca del permesso di costruire da parte del Comun in quanto non vi sarebbero i presupposti di illegittimità, interesse pubblico e tempestività nell’annullarlo. Inoltre si chiede il risarcimento dei danni per un importo indicato prudenzialmente in 500mila euro, specificando di aver già affrontato spese per 177mila euro per tecnici, imprese e acquisto dei materiali, a fronte di una spesa complessivamente impegnata di 227mila euro e di aver subito danni da mancato funzionamento dell’impianto, dello svolgimento dell’attività di impresa, dell’incasso dei guadagni oltre al fermo del cantiere con il deterioramento dei materiali. Il Comune ha dato incarico di essere difeso al Tar dall’avvocato Antonio Catalioto, stanziando 3mila 806 euro.

Più informazioni: ricovero barche giardini  


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