Giardini Naxos, esperto inutile pagato dai cittadini: Corte dei conti condanna ex sindaco
di Andrea Rifatto | 03/09/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 03/09/2021 | ATTUALITÀ
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L'ex sindaco Nello Lo Turco
Quegli incarichi di esperto, pagati con i soldi pubblici, erano inutili e hanno provocato per dieci anni un danno erariale. È quanto ha stabilito la Corte dei conti Sicilia, che ha condannato l’ex sindaco di Giardini Naxos, Nello Lo Turco, a risarcire all’Ente la somma di 55mila euro per aver nominato l’avvocato Antonio Catalioto come suo esperto in materia urbanistica. La Sezione composta dai magistrati Vincenzo Lo Presti (presidente), Sergio Vaccarino e Salvatore Grasso ha accolto le tesi della Procura e ha preso in considerazione, nell’emettere la sentenza, il periodo che va dal 2015 al 2020, in quanto gli anni precedenti sono coperti da prescrizione, stabilendo che “tutti i compensi corrisposti all’avvocato Catalioto, pari a 55mila 039 euro, sono da considerarsi privi di utilità per il Comune”. All’importo da risarcire vanno aggiunti la rivalutazione monetaria dalla data dei singoli pagamenti e gli interessi legali sulle somme così rivalutate, dalla data di pubblicazione della presente sentenza fino al soddisfo, oltre alle spese spese di giustizia fissate in 188,83 euro. L’accertamento è partito dopo la denuncia di un cittadino e l’attività istruttoria ha confermato che il sindaco nel 2012, con determina confermativa della precedente del 2011, rinnovava l’incarico al professionista per disporre di una figura specializzata per coadiuvarlo nelle attività di programmazione, indirizzo e controllo di sua competenza: l’incarico, inizialmente conferito per quattro mesi con un compenso mensile di 1.000 euro oltre Iva e Cpa, veniva replicato senza soluzione di continuità fino al 31 dicembre 2014. Successivamente, veniva di volta in volta rinnovato anche per periodi infraannuali fino al 2020 e per compensi di poco inferiori a quelli corrisposti fino al 2014. L’Accusa, rappresentata dal pubblico ministero Marco Cavallaro, ha rilevato come “le determine contestate non evidenzino quali fossero le attività da svolgere e gli obiettivi che il sindaco intendeva perseguire e in ragione della loro ripetitività e genericità dei contenuti” e “dagli approfondimenti istruttori è risultato che al medesimo avvocato venivano conferiti ulteriori incarichi retribuiti aventi ad oggetto la rappresentanza in giudizio del Comune”. Per la Corte dei conti “appare di tutta evidenza la connotazione gravemente colposa del sindaco Lo Turco che, peraltro, si è pure sottratto al controllo politico spettante annualmente al Consiglio comunale omettendo di redigere e, successivamente, trasmettere la propria dettagliata relazione sull’attività svolta dall’esperto dallo stesso nominato” e non vi è “nessun dubbio sulla sussistenza del nesso eziologico tra la condotta adottata dal sindaco e il danno causato all’Ente locale: un uso accorto della discrezionalità amministrativa e un maggiore rispetto dei canoni di sana e prudente gestione finanziaria, specialmente in un Comune in Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, avrebbero potuto evitare la consistenza perdita economica per l’erario comunale”. Priva di fondamento è stata ritenuta la tesi difensiva in ordine sia sul rispetto del limite di spesa per esperti e consulenti che Lo Turco aveva ridotto rispetto ai precedenti esercizi finanziari e sia sull’accertato rispetto delle previsioni del Piano di riequilibrio da parte della locale Sezione di Controllo. Per i giudici contabili “gli incarichi in questione sono ascrivibili alla categoria delle consulenze e, in considerazione al contenuto ripetitivo della relazioni, prive di utilità per l’Ente, e il sindaco non ha fornito alcuna prova in ordine ai vantaggi conseguiti dal Comune di Giardini Naxos”. Il pubblico ministero, evidenziando la condotta del sindaco che ha reiterato in maniera abnorme e ingiustificata gli incarichi in questione per oltre un decennio, in violazione dei criteri e con provvedimenti privi di una motivazione specifica, aveva chiesto di prendere in considerazione tutto il periodo decennale e non soltanto sul quinquennio contestato che eccede il periodo coperto da prescrizione. L’ex primo cittadino si è costituito in giudizio difeso dall’avvocato Francesco Amalfa, che ha sostenuto la legittimità dell’operato di Nello Lo Turco perchè gli incarichi conferiti erano coerenti con le attribuzioni del sindaco e ha ritenuto assolutamente insussistente la colpa grave del suo assistito, visto che all’atto del conferimento degli incarichi non può essere addebitata la grave violazione della normativa di riferimento, chiedendo l’assoluzione dell’ex sindaco. Per i giudici “la richiesta del pubblico ministero appare fondata e meritevole di accoglimento” in quanto “è agevole rilevare come tutte le determine sindacali di conferimento degli incarichi (compresi quelli coperti dalla prescrizione) si riferiscono sempre allo stesso oggetto e assolutamente generiche sono le relazioni presentate dall’esperto, prive di alcun riscontro documentale in ordine ai concreti risultati conseguiti”.