Giardini, ok dalla Regione ai lavori nel torrente San Giovanni: ora servono gli espropri
di Andrea Rifatto | 23/01/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 23/01/2024 | ATTUALITÀ
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Le due aree destinate agli allagamenti
Dovrebbe essere il 2024 l’anno in cui il torrente San Giovanni sarà finalmente messo in sicurezza. Dopo l’avvio delle opere nel maggio 2020, grazie ad un finanziamento da 3,2 milioni di euro per la sistemazione idraulica del corso d’acqua, il cantiere si è fermato perchè sono emerse problematiche non rilevabili in fase di progettazione che hanno reso necessaria l’approvazione di una perizia di variante e adesso l’iter burocratico si avvia alla conclusione per consentire di ripartire con gli interventi. Il Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico, stazione appaltante delle opere, ha notificato a tutti gli enti coinvolti la chiusura con esito positivo della conferenza di servizi svoltasi il 23 maggio scorso e ha chiesto al responsabile unico del procedimento, l’ingegnere Giovanni Lentini, di avviare le procedure di avviare le procedure di approvazione della perizia di variante per consentire alla stazione appaltante la presa d’atto e la predisposizione degli adempimenti amministrativi propedeutici all’emissione del decreto di occupazione anticipata in via d’urgenza preordinato all’espropriazione, nonchè l’urgente ripresa dei lavori per la prima completa realizzazione delle opere. Il progetto prevede infatti anche la realizzazione di una vasca di calma alla confluenza del torrente San Giovanni con l’affluente Bottari e di una vasca di calma e di raccolta in zona Bottari, oltre alla realizzazione di aree per ridurre la portata d’acqua che arriva nella parte tombata e accogliere le portate in esubero rispetto a quanto le sezioni idrauliche esistenti a valle siano in grado di smaltire in sicurezza. Le due aree sono però previste all’interno di proprietà private e dunque è richiesta la necessità di espropriare alcuni terreni. Il Commissario di Governo ha preso atto dei pareri favorevoli resi in conferenza di servizi e di quelli non presentati che equivalgono ad assenso senza condizioni e tra quest’ultimi c’è anche quello del Consorzio Rete Fognante, dove una volta ricevuta la comunicazione la nuova governance ha deciso di vederci chiaro: “Il Consorzio non ha espresso parere nonostante le condotte consortili nella parte a valle (quasi fronte mare) attraversino proprio il torrente San Giovanni - dice il presidente Alfredo Elia Mandri, in carica da luglio - francamente non trovo più le parole: quelle condotte convogliano, a regime, mediamente 500 mc/h di liquami fognari verso l'impianto sud di contrada Pietrenere e nessuno si è preoccupato di capire cosa prevedono quei lavori? Chiederemo gli opportuni chiarimenti perché di ritrovarci dall'oggi al domani in mezzo ad un cantiere senza avere contezza mi sembra davvero inqualificabile per chi doveva e non ha fatto”. I lavori si erano bloccati anche per la presenza di scarichi non definiti nei torrenti San Giovanni e Bottari e il rinvenimento di tubazioni fognarie alla foce del San Giovanni e il progetto prevede adesso il riposizionamento della rete dei sottoservizi che attraversano il canalone creando interferenze con il deflusso idrico. Un progetto che ha la funzione di proteggere il centro abitato dai fenomeni di alluvione e che è atteso da anni dalla popolazione.