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Ne discuteranno i sindaci dei centri tra Sant'Alessio Siculo e Scaletta Zanclea


Giudice di pace ad Alì Terme, l'ipotesi dell'Unione dei Comuni

di Filippo Brianni | 02/05/2015 | ATTUALITÀ

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L'ufficio del Giudice di pace di Alì Terme

Uffici ad Alì Terme e competenza territoriale da Scaletta Zanclea a Sant’Alessio Siculo, per coprire l’intera area geografica su cui fino all’anno scorso operava, oltre che il Giudice di pace aliese, anche l’omologo di S. Teresa di Riva. È questo il “trampolino” che l’Unione dei Comuni Valli Joniche dei Peloritani, guidata in questa fase da Domenico Prestipino, si appresta a proporre per tentare il balzo sul treno lanciato in corsa dal Governo per recuperare gli uffici del Giudice di pace soppressi dal 2014. Un treno che passerà, per l’ultima volta, il 30 luglio prossimo. Entro quella data, secondo quanto previsto dal decreto “Milleproroghe”, i comuni interessati, singoli o associati, dovranno presentare tutta la documentazione necessaria per riformulare la richiesta di riapertura degli uffici del Giudice di pace soppressi. Tra questi, in zona, ci sono Alì, S. Teresa di Riva e Taormina, confluiti a Messina. La condizione è che i comuni si paghino la gestione dell’immobile ed il personale. Il ministero della Giustizia garantirà soltanto i giudici e… le sentenze. Un primo tentativo di salvare S. Teresa di Riva fallì lo scorso anno dopo che il sindaco, Cateno De Luca, chiese ai colleghi di contribuire anche alla sistemazione dei locali che avrebbero dovuto ospitare gli uffici. Ora quell’edificio è stato già adibito ad altri scopi, e quindi l’ipotesi che il Giudice di pace torni a S. Teresa appare piuttosto lontana. Alì Terme è ora in pole position anche perché i locali che ne ospitavano il Giudice di pace sono di proprietà del ministero e quindi non ci sarebbero spese per i comuni. Per questo motivo la prossima settimana il presidente dell’Unione, Domenico Prestipino, convocherà un incontro tra tutti i sindaci dell’Unione e quelli di Nizza di Sicilia, Fiumedinisi, Alì, Alì Terme, Scaletta ed Itala. I comuni dovrebbero accollarsi le spese di gestione ed il personale (circa 4 o 5 unità) e l’ufficio potrebbe riaprire. Se i comuni troveranno una soluzione, si passerà alla seconda fase, con un incontro con gli operatori del settore, giudici di pace ed avvocati. “Ma entro fine maggio vorrei che una decisione venisse definitivamente presa”, dice Prestipino, a cui la Giunta dell’unione ha dato mandato di individuare e proporre una possibile ipotesi di recupero della figura del Giudice di pace nel comprensorio. L’ipotesi Alì Terme sembra percorribile anche al presidente del Consiglio dell’Unione, Fabio Orlando, il quale annuncia che vorrà prima confrontarsi con tutti i consiglieri. Tra le rose di maggio, quindi, potrebbe fiorire anche questa. Speriamo, per una volta, priva di spine.

Più informazioni: giudice di pace sicilia  


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